Scoppia il caso dell’università di Trento con gli studenti messi all’angolo

 

A seguito dell’approvazione dello Statuto dell’ateneo Trentino in senato ristretto avvenuta nel pomeriggio di ieri,5 marzo 2012, si riapre la discussione sulle conseguenze nefaste che la riforma gelmini ancora si trascina sulla nostra università.Il percorso di riscrittura degli statuti universitari, secondo quanro previsto dalla riforma, sta giungendo nelle fasi finali per molti atenei, come per l’Università di Trento.Greta Chinellato, Coordinatrice dell’UdU Trento, racconta così quanto accaduto: “Come studenti fin dall’inizio abbiamo espresso forte contrarietà nelle modalità ben poco democratiche di stesura del nostro, e ribadiamo nostro, statuto universitario. Nel resto d’Italia gli studenti hanno avuto sempre percorsi poco democratici con una rappresentanza studentesca assolutamente sottodimensionata rispetto a quella dei docenti. In realtà noi siamo stati privati anche di questa minima rappresentanza.Se il Rettore di Trento voleva un’approvazione all’unanimità, ha avuto la sua unanimità; sempre che unanimità significhi escludere la rappresentanza degli studenti sia nella commissione, in cui sottolineiamo avevamo solo diritto d’ascolto e parola ma non di voto, sia nella votazione in senato che è stato convocato ristretto.Ci chiediamo cosa significhi democrazia. Per noi non significa gestione del potere, ma lavorare con e per noi studenti che siamo il cuore pulsante dell’università italiana”.In tutta Italia il percorso di approvazione degli statuti universitari è stato poco democratico, vedendo una forte chiusura ad un dialogo aperto con gli studenti.Michele Orezzi, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari, commenta così la notizia: “Noi studenti siamo componenti a tutti gli effetti del mondo accademico. L’università italiana si dimostra molto arretrata sotto questo aspetto e la riforma gelmini non fa che peggiorare una situazione già problematica. Il percorso di riscrittura degli statuti è stato impostato in modo da essere il più chiuso possibile agli studenti e gli stessi dictat della legge disegnano un governo dell’università in cui la pluralità e la democrazia sono sempre più degli optional”.

 

La maggior parte degli atenei sta concludendo l’iter di modifica degli statuti, ma l’Unione degli Universitari richiama tutti i rettori e il Ministero dell’Università a non limitarsi alla mera applicazione delle leggi. Conclude Orezzi: “Il nostro impegno quotidiano è per la difesa e la promozione dei diritti degli studenti. Nessuno statuto e nessun regolamento ci potranno fermare. Da oggi siamo consapevoli che la nostra azione deve essere ancora più costante e incisiva”.

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