La crisi che in questi anni ha sconvolto la vita delle persone ha le sue radici nelle profonde disuguaglianze sempre più presenti nella società, nel continuo e progressivo attacco ai diritti e nelle politiche il cui solo scopo è distruggere l’idea di welfare pubblico nel nostro paese.

Come studenti medi ed universitari viviamo direttamente le conseguenze di tutto questo, a cominciare dai tagli e dalle riforme scriteriate nel mondo della formazione, e l’unica prospettiva che abbiamo di fronte una volta usciti dai percorsi formativi è quella di iniziare una vita precaria fatta di sfruttamento, nessun diritto e nessuna possibilità di progettarci un nostro futuro.

La nostra battaglia quotidiana per il Diritto allo Studio è la battaglia del sindacato studentesco per rendere effettivo un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione. Purtroppo la realtà del diritto allo studio nel nostro Paese parla di un taglio ai fondi della borse di studio che in pochi anni è arrivato al 95%, parla di un continuo aumento delle tasse universitarie, parla dell’assenza di una legge quadro per il diritto allo studio degli studenti medi o della continua mancanza di fondi che obbliga gli studenti a contributi sempre più elevati.

Più di 45 mila studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi lo scorso anno non hanno ricevuto alcuna borsa di studio per mancanza di fondi e ancora oggi, più che denunciare il fatto che siamo il terzo Paese in Europa per tasse più alte o lo scandalo tutto italiano degli studenti idonei non vincitori di borsa, l’opinione di molti studiosi, professori ed economisti, è più rivolta ad un drastico aumento delle tasse universitarie per scaricare i costi della formazione sul singolo studente che a chiedergli successivamente di indebitarsi.

In altre parole, la stessa identica logica che ha portato alla crisi che oggi viviamo vuole essere riproposta anche sull’università, scaricando ancora di più i costi sui più deboli.

A intervalli regolari siamo poi costretti a leggere nella cronaca locale e nazionale di crolli e guasti nelle nostre scuole, che molto spesso sono adibite in appartamenti, garage, o stanze affittate a sconosciuti o edifici per nulla funzionali alla didattica. I costi sempre più alti per andare a scuola, per libri di testo, contributo volontario e corsi di recupero hanno portato ad un aumento incredibile della dispersione scolastica.

La democrazia, soprattutto nelle scuole e nelle università, resta ancora oggi un miraggio. Il governo dei luoghi della formazione e della conoscenza, già impostato su un modello poco trasparente e partecipato, dopo la riforma universitaria ha subito un’ulteriore perdita di democrazia reale e di possibilità di partecipare e incidere per tutte le componenti più deboli, prevedendo inoltre una forte ingerenza del mondo esterno all’università nella determinazione delle politiche. Nelle scuole superiori ci preoccupano molto i finanziamenti alle scuole paritarie o private, finanziamenti che dovrebbero andare alla scuola pubblica.

Siamo convinti che sia necessario ripartire dai diritti proprio per invertire la logica che sta alla base della crisi che stiamo vivendo, cominciando dal mondo del lavoro, per rimettere al centro l’importanza che questo possiede nella vita delle persone, dell’economia reale e del lavoratore come portatore di diritti e non come mero costo da abbattere. Parlare di diritti per noi significa parlare della nostra quotidianità, fatta di battaglie per il riconoscimento dei diritti fondamentali degli studenti, proprio come avvenuto con la Costituzione per tutti i cittadini e con lo Statuto dei Lavoratori per il mondo produttivo. Così siamo convinti che l’approvazione a livello nazionale di una Carta dei Diritti degli Studenti Universitari e l’ampliamento e la riaffermazione dello Statuto degli Studenti e delle Studentesse, non sia una semplice rivendicazione di parte, ma sia un passo indispensabile per poter mettere realmente al centro i diritti degli studenti come punto qualificante disegnando un nuovo modello di Università e di formazione proprio sul modello della nuova società che deve ripartire dai diritti.

Con queste convinzioni parteciperemo alla manifestazione nazionale della FIOM CGIL prevista per il 9 marzo.

Tutte le battaglie che parlano di diritti, dal diritto allo studio alla difesa dell’articolo 18; tutte le battaglie che parlano di futuro, dalla necessità di avere scuole e università pubbliche, di qualità e per tutti alla necessità di rilanciare un sistema industriale fondato proprio su innovazione e conoscenza e che ponga fine alla dilagante precarietà; tutte le battaglie per la democrazia, dalla rappresentanza nelle scuole a quella nell’università, dalla rappresentanza sociale degli studenti alla rappresentanza nei luoghi di lavoro; tutte queste sono battaglie per il diritto al futuro non solo di noi giovani, ma dell’intero Paese. E con questa consapevolezza saremo in piazza il 9 marzo per rivendicare proprio questo diritto al futuro.

 

Rete degli studenti medi – Unione degli Universitari

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