Abbiamo già denunciato lo scorso anno un disinvestimento di fondo (nazionale e regionale) sull’erogazione delle borse di studio, dato il taglio netto che era stato apportato nei bilanci: siamo intervenuti e, poche settimane dopo la nostra ultima audizione in Consiglio Regionale nel novembre 2011, il fondo regionale per le borse di studio è stato integrato di 800.000, consentendo la copertura di quasi tutte le borse.
Purtroppo anche per quest’anno accademico la situazione è drammatica.
Il fondo nazionale per le borse di studio presenta infatti (a meno di futuri interventi da parte del Parlamento, che ci auguriamo) un taglio, per quanto riguarda la quota destinata al Veneto, di quasi la metà rispetto allo scorso anno: da 10.600.000 a 5.600.000 euro (nel 2006 erano quasi 20 milioni). Inoltre, il fondo regionale ricavato dalla tassa sul diritto allo studio è (in previsione) pressocché costante, 13.025.883 euro. Il problema è che è stato azzerato anche il fondo ulteriore garantito dalla regione, che per l’anno scorso era di 800.000 euro (proprio quelli ottenuti con l’emendamento in questione).
Con un bilancio di questo tipo, sarà ovviamente impossibile erogare tutte le borse di studio agli aventi diritto.
Ma vi è un problema altrettanto grave che riguarda gli ESU, e che traspare poco ad una prima lettura del bilancio: anzitutto permane l’azzeramento (che data ancora al 2010) dei fondi per le spese di investimento degli enti per il diritto allo studio. Per quanto riguarda il capitolo di spesa principale, viene confermata la spesa dell’anno scorso, circa 12 milioni di euro. Il problema però è che, come ci è stato spiegato dal commissario straordinario dell’ESU Padova Rocco Bordin, la Direzione del Consiglio Regionale prevede (per l’assestamento di bilancio) una riduzione rispetto alla cifra prospettata del 17%, che va a sommarsi a quella dell’11% già apportata nel 2011. Tali tagli, ci fa sapere l’ESU, non consentiranno di mantenere gli attuali servizi ai medesimi costi.
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