Il Diritto alla Mobilità è per tutti i cittadini una parte fondamentale della propria libertà, sia intesa in senso individuale che in senso collettivo. Avere la possibilità di muoversi significa per molti potersi recare a lavoro, a scuola o all’università, ma anche poter accedere agli spazi cittadini e a nuove occasioni di socialità.

Tuttavia, una valutazione sul trasporto e sulla mobilità non può che partire da una ferma condanna del feroce taglio di risorse che il Governo Berlusconi ha attuato sui finanziamenti agli Enti Locali. Inevitabilmente questi sono ricaduti sui servizi al cittadino che le Regioni, le Province ed i Comuni erogano ogni giorno.

Con più di 11 miliardi di euro di riduzione di trasferimenti sono stati colpiti tutti quei servizi destinati alle categorie più deboli, essendo voci di bilancio senza alcuna tutela. Il Trasporto Pubblico Locale è quindi stato duramente colpito, essendo finanziato quasi interamente da Regioni, Province e Comuni.

Il disegno del vecchio governo è chiaro: favorire l’idea della mobilità privata, che non presenta costi monetari sulle casse dello stato, di fatto depauperando e rendendo meno efficiente la mobilità pubblica, colpendo in primis le categorie sociali più deboli.

La cultura della mobilità privata che si porta avanti tagliando i finanziamenti pubblici non può che essere dannosa: maggiori intasamenti, maggiore inquinamento, minori servizi, che portano di fatto a un enorme costo sociale aggiuntivo, difficilmente quantificabile. Una situazione, questa, che va ad essere ancora più complessa proprio per quelle fasce che sono di fatto obbligate ad utilizzare il mezzo pubblico, ad esempio gli studenti, con aumenti del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti che vanno di pari passo con una qualità dei servizi offerti sempre più scadente.

Il tema della mobilità studentesca in particolare rappresenta una delle principali problematiche che uno studente medio si ritrova ad affrontare durante il suo percorso di studi. Gli studenti  sono una delle fasce più colpite a causa della eliminazione delle agevolazioni per gli studenti sui trasporti, della soppressione di corse e servizi dedicati.

Anche la scellerata politica di Trenitalia a livello nazionale penalizza non solo i lavoratori, che come abbiamo visto sono impegnati in una fortissima mobilitazione da diversi mesi, ma anche gli studenti. L’azienda che ha il monopolio del trasporto su rotaia a livello nazionale non prevede alcun tipo di agevolazioni né tariffe particolari per quegli studenti che utilizzano il treno per recarsi a scuola o all’università. L’attuale politica aziendale prevede la progressiva eliminazione dei treni regionali – gli unici che ci permettevano di spostarci, anche se impiegando più tempo, con tariffe accessibili – dei treni notturni e la sostituzione di questi servizi con treni che diminuiscono sensibilmente i tempi di percorrenza ma al costo di uno spropositato aumento delle tariffe che noi studenti non possiamo chiaramente permetterci.

Tante sono le realtà che stanno portando avanti delle vertenze sul trasporto pubblico locale con l’obiettivo di rendere il servizio pubblico a misura di studente, chiedendo tariffe agevolate, orari che facilitano lo spostamento degli studenti non solo per il raggiungimento della scuola o dell’università in orario di entrata e uscita, ma per tutto il giorno, e che permettano anche di muoversi liberamente in città a qualsiasi orario, senza essere vincolati alla disponibilità altrui per spostamenti con mezzi privati.

 

Troppi sono i casi di studenti pendolari o che abitano fuori dal centro città che devono passare la propria giornata sui mezzi di trasporto, spesso stracolmi e con attese alle fermate interminabili. Troppi sono anche i casi di studenti che vivono nei comuni adiacenti al capoluogo e che ogni mattina devono spostarsi per andare a scuola, a cui il comune, la provincia o la regione non pagano più l’abbonamento.

 

Crediamo che serva un cambio immediato di questa politica, sia a livello nazionale che territoriale, altrimenti saremo in primis noi studenti ad essere i più penalizzati, rimanendo ancorati alla nostra città di appartenenza, in cui fra l’altro sarà sempre più difficile muoversi.

 

Crediamo anche che senza un investimento sui trasporti sia impossibile garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti, anche a quelli che non posseggono un mezzo privato, che non possono raggiungere la scuola o l’università a piedi, che non possono essere accompagnati a scuola dai genitori o che non hanno i soldi per biglietti e abbonamenti sempre più cari.

 

La mobilità pubblica collettiva rappresenta il futuro della mobilità. Ancora oggi, soprattutto nel nostro Paese, abbiamo un ricorso eccessivo a mezzi di trasporto privati o comunque non collettivi. Investire sulla mobilità pubblica e collettiva significa investire non solo su una diversa idea di trasporto che sia meno inquinante e che sia in grado di eliminare una enorme quantità di veicoli decongestionando anche le nostre città, ma significa soprattutto investire in una diversa idea di cittadinanza in cui la libertà si afferma tramite la garanzia dei diritti per tutti e nel rispetto della collettività.

 

Vogliamo una mobilità a misura di studente, che ci permetta di muoverci liberamente in città, provincia, regione, Paese ed Europa gratuitamente o con forti agevolazioni e con un servizio che rispecchi le nostre esigenze di studenti, dal raggiungimento della scuola o dell’università alla copertura di tutto l’orario, giornaliero e notturno, con mezzi di trasporto pubblici e collettivi.

Nella stragrande maggioranza dei casi i nostri coetanei europei, semplicemente con la certificazione di essere soggetti inseriti in un percorso di formazione, possono viaggiare gratuitamente o a costi che in Italia sembrerebbero oggi irreali.

Per questo, convinti dell’importanza di garantire effettivamente il Diritto alla Mobilità anche per noi studenti, chiediamo:

–  di uniformare a livello nazionale l’abbattimento dei costi, anche in base al reddito, per gli studenti. Non è possibile che il servizio di trasporto pubblico locale, che ad oggi rappresenta uno dei maggiori costi che devono sostenere le famiglie per l’istruzione dei figli, non tenga in alcun conto la condizione economica dello studente;

–  la reintroduzione di una legislazione che vada a creare dei fondi per il trasporto studentesco. Tali fondi dovrebbero essere utilizzati per incidere sui costi degli abbonamenti, in modo da graduarli in base al reddito famigliare, che devono comunque essere abbattuti almeno del 50%. Crediamo inoltre che, almeno per la fascia dell’obbligo, i trasporti debbano essere completamente gratuiti;

–  che in tutte le città si aprano dei tavoli di contrattazione con aziende ed enti locali per rendere servizi efficienti e accessibili per gli studenti;

–  che a livello nazionale siano finalmente introdotte delle tariffe gratuite o agevolate per gli studenti nel trasporto su rotaia, in primis dall’azienda Trenitalia, che ci permettano di muoverci dal Nord al Sud del Paese liberamente;

–  che le agevolazioni per il trasporto, sia a livello territoriale che nazionale, siano incluse direttamente nella carta “io studio”, coinvolgendo tanto gli studenti medi quanto quelli universitari.

Possibile svolgimento della campagna:

–  somministrazione di questionari agli studenti per verificare le richieste e le esigenze della popolazione studentesca, facendo anche un quadro del disagio che viviamo, per denunciare la situazione a livello territoriale e nazionale;

–  raccolta di video sui disagi causati dai trasporti per la realizzazione di un filmato che denunci la problematica a livello nazionale;

–  possibile azione coordinata in tutta Italia (flash mob);

–  aprire tavoli di contrattazione con enti locali e aziende di trasporto a livello territoriale;

–  aprire una vertenza nazionale contro Trenitalia.

 

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