Il Governo propone una consultazione on-line (che finirà il 24 aprile) sul sito www.miur.it per capire se e come abolire il valore legale del titolo di studio: FERMIAMOLI! Partecipa anche tu!L’abolizione del valore legale del titolo di studio è un tema complesso e non di immediata comprensione, ma soprattutto ciò che più conta è che le conseguenze possono essere veramente devastanti.

La consultazione on-line poteva essere uno strumento innovativo e positivo sotto alcuni aspetti ma con questa impostazione sta partendo decisamente con un passo falso a causa dell’eccessiva fretta e della mancata comprensione dell’importanza della discussione. Non possiamo pensare che l’opinione di una persona sull’abolizione del valore legale, che comunque la si veda avrà conseguenze enormi sul sistema universitario italiano, sia esaurita in un click davanti ad uno schermo. La pratica della consultazione diretta è ottima, ma non può eludere un confronto. Vogliamo poi ricordare che l’Italia è ancora oggi il Paese europeo dove è meno radicata la banda larga: forse sarebbe anche opportuno adeguare le infrastrutture telematiche per permettere a tutti i cittadini di accedere e partecipare ed evitare quei gap che, mai come ora, sono gap democratici”.

Pubblicizzeremo ovunque questo appuntamento cercando di venire incontro agli studenti per illustrare come affrontare questo test anche con un video e una guida “alla consultazione” che pubblicheremo sul nostro sito www.udu.it

In questo modo proveremo a portare avanti la nostra netta contrarietà in maniera costruttiva accettando la sfida del confronto e delle argomentazioni. Rimane comunque l’amaro in bocca per la fretta messa in questo progetto che sarebbe potuto essere importante e valido e che sarebbe potuto essere, se ben calibrato, una sperimentazione di una forma di partecipazione diretta “dal basso” su determinate questioni.
Purtroppo non ci sarà il dovuto tempo e le dovute occasioni per far comprendere le conseguenze dell’eventuale abolizione: classificazione di atenei di serie a e serie b, una deresponsabilizzazione delle università circa la formazione degli studenti e un’agevolazione pesante in più’ per raccomandazioni e spintarelle nei concorsi pubblici.

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