Tasse regionali in forte aumento e nessuna certezza su borse o finanziamenti: ecco il diritto allo studio marcato “Profumo”

Aumenti delle tasse, nessuna certezza per le borse di studio e nessuna vera previsione di investimento per la copertura totale degli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi. In sintesi può essere così riassunto il contenuto della nuova riforma del diritto allo studio che il Governo si appresta ad approvare nel Consiglio dei Ministri odierno.
Michele Orezzi, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari commenta così il provvedimento: “La vera è più importante novità riguarda il finanziamento: dal prossimo anno più della metà degli investimenti nel diritto allo studio saranno soldi presi dalle tasche degli studenti, con un aumento delle tasse per il diritto allo studio che a livello nazionale sarà di almeno il 44%. I fondi che saranno obbligati a pagare gli studenti non saranno neanche sufficienti a garantire la copertura totale dei borsisti per il prossimo anno accademico, ma la situazione più drammatica è prevista per il 2013 e il 2014: appena 12,5 milioni stanziati dallo Stato per la copertura delle borse di studio. Francia e Germania investono miliardi di euro in borse, residenze e servizi, in Italia le poche risorse disponibili saranno quelle che gli studenti sono costretti a pagare”.
Così gli studenti di regioni come Lombardia, Basilicata ed Emilia Romagna avranno un aumento della tassa regionale di circa i 40%, ma sono previsti aumenti anche molto più consistenti: nelle Marche il 55%, in Abruzzo, Puglia, Umbria l’80%, nel Molise l’aumento arriverà al 100% e in Campania e Sardegna addirittura al 125%. “Lo Stato chiede 75 milioni di euro in più con la tassazione studentesca, arrivando ad un gettito nazionale di quasi 246 milioni di euro, cioè quanti lo Stato ne aveva stanziati nel 2010. Dal 2010 però sono iniziati i tagli brutali al fondo per le borse di studio e quest’anno il fondo nazionale è di 175 milioni. In base anche al contributo che le regioni saranno chiamate a garantire, gli studenti copriranno con le tasse per la prima volta il 50,3 % della spesa per borse di studio, una realtà inaccettabile tanto per l’aumento delle tasse quanto per la gravissima deresponsabilizzazione dello Stato. L’art. 34 della Costituzione stabilisce che la Repubblica è chiamata a garantire il diritto allo studio universitario, non di certo a scaricarne i costi sempre più sugli studenti. Per il 2013 e per il 2014 avremo 246 milioni di tasse studentesche e 13 milioni di fondi nazionali con la copertura di meno di una borsa su due e l’unica garanzia dei fondi delle tasse degli studenti: verrebbe da proporre al Ministro e al Governo di istituzionalizzare questa realtà e a rinominare le borse di studio in ‘raccolte fondi degli studenti’, sarebbe sicuramente meno ipocrita”.
Conclude Orezzi: “L’unico vero aspetto positivo di questa riforma poteva essere l’obbligo per tutte le regioni a dover garantire diritti minimi a tutti i capaci e meritevoli con criteri nazionali. Anche in questo caso invece vengono mantenute tutte le storture attuali prevedendo che le regioni possano fissare criteri diversi per valutare gli studenti e avremo quindi studenti italiani che saranno capaci e meritevoli a seconda della regione in cui decideranno di studiare: altro che diritti garantiti. La nostra Costituzione non può continuare ad essere così avvilita, chiediamo un immediato intervento del Presidente della Repubblica come garante della Carta. L’art. 34 e il Diritto allo Studio rischiano oggi di venire smantellati, questa è chiaramente una dichiarazione di guerra all’università pubblica e a tutti gli studenti italiani”.

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