Dopo le proteste degli studenti il governo italiano ha aperto una consultazione

pubblica , fino al 24 aprile, sull’abolizione del valore legale della laurea nel Paese. Tuttavia, l’accesso alla consultazione non prevede controllo sulla conferma dell’esistenza o meno della persona.

 

Ciò significa che in linea di principio Nonna Papera potrebbe anche dire la sua su questo argomento. Allan Pall, Cattedra di ESU: “. Invitiamo l’Italia a creare un sistema di consultazione equo e sicuro, che permette ai suoi cittadini di esprimere le loro opinioni su questioni di politica pubblica, senza la possibilità che su tali pareri ci si possa speculare”.  L’ESU ha già criticato i piani italiani nel mese di febbraio 2012 in quanto teme che deregolamentare il settore italiano dell’istruzione superiore avrà un impatto molto negativo sul futuro del mondo accademico.
Nel tentativo di liberalizzare la loro economia, il governo italiano vuole dare alle università carta bianca a chi può dare un diploma accademico e vuole sbarazzarsi della validità legale dei titoli di studio. ” Questa idea deve essere abbandonata al più presto in quanto può portare ad una perdita di qualità dei programmi universitari ” , ha detto Pall.

 

Secondo l’Unione degli Universitari, membro italiano dell’Unione degli Studenti europei (ESU), la consultazione è ‘chiaramente unilaterale e strumentale al Governo disposto a promuovere un sistema diverso.  Michele Orezzi, il coordinatore nazionale dell’ UDU ha detto: ” Noi siamo chiaramente contro l’abolizione del valore legale della laurea, ma speravamo che almeno per la consultazione pubblica sarebbe stato possibile avere un reale coinvolgimento del mondo accademico. Tuttavia, siamo ora di fronte a un solo lato di consultazione che ha un problema reale con il controllo di sicurezza per l’identità di chi sta rispondendo alla domanda “.

L’UDU, infatti, ha verificato la possibilità di accedere come un’ inesistente persona con l’identità di Elvis Presley, Napoleone e Nonna Papera. Orezzi conclude: ” La consultazione è chiaramente inficiata: non riconosceremo il risultato della consultazione e ne chiediamo subito il ritiro e il coinvolgimento del Consiglio Universitario Nazionale che ieri si è espresso chiaramente contro l’abolizione del valore legale “.

Infatti il CUN- Consiglio Nazionale Universitario ha redatto un documento a sostegno di questa tesi in cui le conclusioni del documento spiegano: “Sulla base delle riflessioni svolte, l’abolizione del valore legale del titolo di studi  si configurerebbe oggi in Italia come la rinuncia da parte dello Stato al suo proprio ruolo di garante della qualità della formazione superiore e alla propria funzione pubblica di controllo e responsabilità.

 

Tutta la legislazione italiana, prima e dopo l’autonomia, si è sempre mossa nella direzione

opposta all’abolizione del valore legale. La stessa legge 30 dicembre 2010, n. 240 e le deleghe in

essa previste sono volte a ricondurre con maggior forza alla competenza dello Stato la

responsabilità di controllo della formazione superiore.

 

In particolare, con l’accreditamento dei corsi di studio, si riconosce allo Stato la competenza

nello stabilire quali corsi possano rilasciare titoli aventi valore legale e con le normative sul reclutamento dei professori universitari si demanda allo Stato il diritto/dovere di stabilire, sulla base

di criteri di qualità, chi possa svolgere la funzione di professore universitario.

 

L’insieme degli atti normativi adottati porta alla conclusione che l’accreditamento dei corsi

non è sostitutivo del valore legale del titolo di studio, ma è piuttosto un suo rafforzamento e una

garanzia che esso corrisponda al valore sostanziale.

 

L’abolizione del valore legale del titolo di studio non potrebbe comunque costituire un

provvedimento a se stante, comportando la necessità di revisione di una molteplicità di disposizioni

normative, incluse quelle Costituzionali, che ne stabiliscono gli effetti giuridici.

Sulla base di quanto rilevato l’abolizione del valore legale del titolo di studio sarebbe una

risposta sbagliata a problemi reali, che vanno certamente affrontati e risolti con strumenti e metodi

diversi.”

 

L’UDU ribadisce che nel contenitore “Università bene comune” ( di cui fanno parte associazioni di docenti, ricercatori e studenti tra cui l’UDU ), il 17 aprile ha lanciato un contro-sondaggio sull’abolizione del valore legale del titolo di studi con l’obiettivo di informare e coinvolgere in maniera seria, equa e imparziale, tutti i cittadini del Paese.

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