“Profumo e il Governo, invece di parlare con demagogia di merito, dovrebbero intervenire con urgenza sul diritto allo studio. La situazione non è più sopportabile e provvedimenti come quelli annunciati servono solo per nascondere sotto il tappeto retorico del “merito” i veri problemi dell’ istruzione nel nostro Paese” così Michele Orezzi, Coordinatore dell’Unione degli Universitari commenta l’attuale situazione degli studenti universitari italiani. “Più di 174 mila studenti nell’ultimi cinque anni accademici si sono visti riconoscere dallo Stato il diritto ad avere la borsa di studio, ma sempre dallo Stesso si sono sentiti dire che questa borsa non la riceveranno mai. Queste migliaia di studenti vengono riconosciuti idonei alla borsa di studio in base al reddito e al merito accademico, ma vengono poi scaricati dal sistema e abbandonati a loro stessi. Non sono forse questi studenti meritevoli? E perchè lo Stato li abbandona? Quindi Profumo decide che oltre al danno, questi studenti “meritano”anche la beffa?”.

Semplicemente: negli ultimi anni il fondo nazionale per le borse di studio è stato tagliato del 95% e mentre Paesi europei come Francia o Germania investono nel diritto allo studio miliardi di euro l’IItalia nel 2013 arriverà a spendere appena 12 milioni.

Continua Orezzi “Il Governo parla di “merito” ma poi abbandona gli studenti idonei, li rende di fatto studenti esodati scaricando ogni tipo di responsabilità nel garantire un loro diritto costituzionale. Senza nessun intervento questi studenti non solo non avranno alcun tipo di prospettiva per i prossimi anni, ma avranno anche un futuro sempre più precario e buio. Con una disoccupazione giovanile oltre al 35%, 11 milioni di giovani disoccupati in Europa, e una  precarietà dilagante  è ancora più urgente attuare una seria politica che sappia dare una risposta a tutti gli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi. La copertura totale delle borse di studio è un traguardo raggiungibile anche in questo quadro di crisi economica; se il Governo vuole o meno dare una risposta dipende solo ed unicamente da una sua precisa scelta politica. Proprio in questo momento di grave crisi sociale anche solo la vendita delle frequenze televisive potrebbe garantire risorse sufficienti almeno ad un piano triennale di finanziamento delle borse di studio per tutti gli studenti aventi diritto, ponendo fine al limbo di questi studenti abbandonati, scaricati dallo Stato e lasciati senza futuro. Il Governo non solo può trovare una soluzione, ma deve farlo e in tempi rapidi”.

Conclude il Coordinatore Nazionale dell’UDU: “Non accettiamo si usi la retorica della parola merito, se poi il merito vero, quello di migliaia di studenti che dovrebbero ricevere la borsa di studio da Costituzione, non viene riconosciuto. Si ritiri questo demagogico provvedimento che odora molto di “Gelmini” e si convochino le rappresentanze studentesche per condividere un piano per migliorare davvero la nostra Istruzione pubblica, partendo da nuove risorse per garantire il diritto allo studio. Oppure lo diciamo in maniera chiara, il 16 giugno, sarà mobilitazione nazionale a Roma, a fianco dei sindacati confederali e a tutte quelle persone che credono che l’istruzione non debba essere una gara, non debba essere un sistema che tende alla selezione ma all’ inclusione.”.

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