Proprio stamattina l’Unione degli Universitari aveva lanciato una grande mobilitazione nazionale per il 21 febbraio a Roma, proprio sotto la sala dove si doveva svolgere la conferenza Stato Regioni che avrebbe dovuto avvallare il decreto di Profumo sul diritto allo studio. Decreto che, per l’UdU “Poteva essere lo scacco matto per il diritto allo studio italiano”

 

Il presidente dell’ Emilia Romagna e della Conferenza Stato Regioni Errani, ad un gruppo di studenti dell’ UDU L’ AQUILA oggi pomeriggio ha dichiarato che viste le criticità degli studenti e della Stato Regioni il decreto di Profumo che avrebbe rivoluzionato il diritto allo studio sarà congelato almeno dopo le elezioni, aprendo a dei cambiamenti importanti per renderlo ricevibile dalle Regioni e soprattutto dagli studenti. Gli studenti dell’ Unione degli Universitari aquilani  avevano avvicinato il Presidente di Regione dell’Emilia Romagna proprio chiedendo rassicurazioni sul rinvio e quello hanno ottenuto.

 

“E’ una storica vittoria degli studenti che hanno fermato per la seconda volta in pochi giorni  il Ministro Profumo pronto a rivoluzionare il diritto allo studio a soli tre giorni dalle elezioni. spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’ Unione degli Universitari- Non potevamo permettere che il sistema di welfare studentesco fosse trucidato da un Governo dimissionario che fino a questo momento non ha fatto altro che seguire la scia distruttiva della Gelmini sull’Università”.

 

Proprio l’ Udu era stato protagonista in tutta Italia di mobilitazioni in tutta Italia messe in campo dal sindacato studentesco per cercare di fermare il decreto, fin dalla prima facoltà occupata di Cagliari ” Non ci fermiamo qui ovviamente. Il fatto di rinviare a dopo le elezioni la conferenza Stato Regioni a dopo le elezioni è l’argine perfetto per arginare la furia di Profumo contro gli studenti ma non è sufficiente: vigileremo attentamente che questo decreto venga rivoluzionato in modo da poter tutelare il diritto allo studio ed estenderlo non solo agli già ora idonei ma non beneficiari di borsa di studio ma anche ad una platea più estesa di studenti in modo da assomigliare un po’ di più, anche in questo, agli altri Paesi europei che coprono borse di studio per una percentuale ben maggiore che in Italia”.

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