Caro Mario Adinolfi,

ci sono tre certezze nell’autunno degli studenti italiani: le scuole che cadono a pezzi, il diritto allo studio negato e i benpensanti in cerca di facile visibilità.

Sostieni che siamo dei “fancazzisti”, schiavi di una trita ritualità e inconsapevoli della realtà che ci circonda. Ma oltre a interrogarli sul nome dell’attuale ministro, avresti fatto bene a chiedere a quegli studenti in che edifici scolastici studiano, quanti di loro ricevono una borsa di studio o perché quasi la metà di loro lavora per mantenersi.  Infatti se ci avessi chiesto perché ogni anno scendiamo in piazza, ti avremmo spiegato che da anni il sistema dell’istruzione nel nostro Paese  viene continuamente svilito e umiliato e che sempre più studenti abbandonano il percorso scolastico o non si iscrivono all’università perché non possono permetterselo.

Se ce l’avessi chiesto, ti avremmo raccontato delle nostre idee e delle nostre proposte, la voglia di futuro di quei ragazzi e ragazze che oltre ad affollare le strade, lavorano quotidianamente nell’ Unione degli Universitari e nella Rete degli Studenti Medi per una scuola e un’ università pubbliche, accessibili e di qualità.

Forse avresti capito che, mentre tu rimani sul divano a ‘sparare’ sentenze, è proprio per conservare il diritto e la possibilità di studiare e formarsi che tanti studenti hanno manifestato oggi e negli ultimi anni e continueranno a farlo . Forse avresti capito che lo stato dell’istruzione pubblica italiana è dovuto non solo alle politiche distruttive degli ultimi anni ma anche a chi ritiene una “cazzata” e una “perdita di tempo” lottare in maniera costruttiva per contrastarle e invertirne la rotta.

Sicuramente ti saresti risparmiato un articolo banale e una brutta figura.

 

UdU – Unione degli Universitari

Rete degli Studenti Medi

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