Negli ultimi anni abbiamo sempre denunciato i tagli e la destrutturazione di scuola e università pubblica chiedendo a gran voce un cambiamento di rotta che ponesse l’istruzione come fulcro per il rilancio del Paese. In discussione in queste settimane il dl scuola e la legge di stabilità dimostrano come, ancora una volta, non ci sia la volontà di ripartire dall’istruzione ma mantenere le politiche di austerity segnate negli ultimi anni.
E’ il momento, ora più che mai, di invertire la marcia: per questo gli studenti e le studentesse di tutta Italia a partire dal 5 novembre si mobiliteranno verso la giornata mondiale del diritto allo studio.
La Rete degli studenti Medi e l’Unione degli Universitari si mobiliteranno in difesa di una scuola e di un’università pubbliche, aperte a tutti, di qualità, che siano all’altezza di un’Europa inclusiva che ponga, anch’essa, al centro l’istruzione.
Il 5 novembre ci mobiliteremo con azioni in tutto il Paese, in solidarità agli studenti francesi in difesa di Leonarda e al libero accesso all’istruzione.
Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari dichiara“ E’ assurdo pensare che gli studenti attraverso la tassa regionale facciano entrare nelle tasche delle Università tra i 210 e i 220 milioni di euro, più del doppio della somma degli investimenti fatti da Stato e Regioni. E’ necessaria un’ inversione di marcia verso un sistema di istruzione pubblica in cui lo Stato non solo aumenti i finanziamenti ma ponga al centro della discussione scuola e università. “
“Ci sembra vergognoso che nella legge di stabilità non ci siano finanziamenti per la scuola pubblica così come non lo è stato negli ultimi anni a causa delle politiche di austerity. – dichiara Daniele Lanni Portavoce della Rete degli studenti medi – Il 5 novembre gli studenti si mobiliteranno con iniziative in tutto il Paese in solidarietà agli studenti francesi e a Leonarda, espulsa nei giorni scorsi durante una gita scolastica.”
Conclude Scuccimarra “ Invertire la marcia significa anche garantire l’accesso all’istruzione indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali di provenienza: è necessario ripensare ad un Europa che punti su istruzione e università, ad un Europa in cui gli atenei non chiudono come è successo ad Atene, ad un Europa in cui il diritto all’istruzione sia di tutti e per tutti . Per questo il 5 novembre verso la giornata mondiale del diritto allo studio ci mobiliteremo in tutto il Paese, per iniziare un percorso europeo in difesa delle nostre scuole e università. ”

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