Dopo l’11 Ottobre, data di mobilitazione studentesca nazionale, convocata dalla Rete degli Studenti Medi; studenti universitari e medi tornano in piazza il 15 Novembre, per rimettere l’Istruzione al centro del dibattito pubblico.

Il mondo dell’Istruzione negli anni è stato ripetutamente calpestato, il diritto allo studio è inesistente, le scuole cadono a pezzi, il fenomeno degli idonei beneficiari continua ad essere una triste realtà del nostro paese.

Il 5 Novembre ci mobiliteremo con azioni, flash mob, in concomitanza con le mobilitazioni francesi in difesa di Leonarda e, in avvicinamento alla Giornata Internazionale per il Diritto allo Studio. Il 15 Novembre sarà la data di mobilitazione studentesca internazionale in difesa del Diritto allo Studio, e anche in Italia gli studenti si mobiliteranno al grido di “Change the way – Invertiamo la marcia!”, per difendere l’Istruzione Pubblica, per rivendicare diritto allo studio, libero accesso al mondo della cultura, investimenti per le Scuole e le Università.

Spiega Daniele Lanni, Portavoce Nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Il 15 Novembre torneremo in piazza, per la giornata internazionale in difesa del diritto allo studio per chiedere una legge nazionale sul diritto allo studio delle scuole superiori, che garantisca a tutti gli studenti, di tutte le regioni pari opportunità di studiare, che garantisca trasporti, strumenti didattici, spazi per gli studenti. Gli studenti italiani chiedono che venga invertita marcia e che il Paese investa nel diritto allo studio.”

“Il nostro slogan “Change the way” per un’inversione di marcia che sia italiana ma anche europea. E’ necessario, infatti, ripensare ad un Europa che punti su istruzione e università, ad un Europa in cui gli atenei non chiudono come è successo ad Atene, ad un Europa in cui il diritto all’istruzione sia di tutti e per tutti .” – dichiara Gianluca Scuccimarra, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari- “In italia ad oggi la legge di stabilità non segna alcuna inversione di marcia riducendo ulteriormente i finanziamenti all’università e non prevedendone per il diritto allo studio. Crediamo fermamente che l’Italia e l’Europa non possano permettersi di non investire su scuola e università continuando a mettere in campo politiche di austerity contro la conoscenza rischiando di far chiudere i nostri atenei. Un’ inversione di marcia è indispensabile: scuole e università devono essere trampolino di rilancio delle politiche di sviluppo di Italia ed Europa.”

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