Chiediamo una vera inversione di rotta, chiediamo finanziamenti veri per il diritto allo studio che coprano l’effettivo fabbisogno degli studenti italiani, siamo stufi di accontentarci delle briciole perché “potremmo non avere nemmeno quelle”, chiediamo un investimento reale su scuola e università perché è l’istruzione l’unica via per ripartire.
“E’ assurdo e vergognoso che la tassa regionale a carico degli studenti rappresenti il principale introito dei fondi per il diritto allo studio: in base alle nostre proiezioni per il 2014, infatti, almeno 220 milioni di euro su un totale di 420 milioni provengono dalla tassa regionale a fronte dei 112.800 milioni provenienti dal fondo statale per il diritto allo studio. L’incidenza della tassa regionale è aumentata dal 2008 del ben 17% prova concreta che lo Stato non ha la volontà di investire sull’istruzione. – dichiara Gianluca Scuccimarra Cordinatore dell’Unione degli Universitari – “Il DL scuola non inverte la marcia, lancia segnali positivi come i 28 milioni provenienti dal fondo unico per la giustizia, ma nel complesso lascia briciole a scuola e università, ancora una volta, e di questo noi studenti siamo stufi.”
Daniele Lanni, Portavoce Nazionale della Rete degli Studenti Medi spiega: “Alle scuole superiori la soluzione migliora minimamente. Non esiste una legge nazionale sul diritto allo studio che garantisca a tutti gli studenti di tutte le regioni dei servizi minimi. Noi da anni chiediamo una legge nazionale per il diritto allo studio che definisca i LEP (livelli essenziali di prestazione) che ogni regione debba fornire obbligatoriamente. La proposta che abbiamo depositato al MIUR non è mai stata presa in considerazione e ancora oggi questa legge in Italia non esiste, e ogni regione autonomamente e senza indicazioni nazionali regola il proprio diritto allo studio, con risultati in molte regioni disastrosi.”
Conclude Scuccimarra “La copertura prevista delle borse di studio con questo DL è al 65,53% ciò significa che la figura tutta italiana degli idonei non beneficiari di borsa rimane: in Italia ci sono più di 58.000 studenti che in base al dettato costituzionale dovrebbero essere tutelati dal punto di vista economico per raggiungere i gradi più alti dell’istruzione e non lo sono perché lo Stato non ha il coraggio di scegliere e puntare su scuola e università, gli unici strumenti che potrebbero farci ripartire veramente. Il 15 novembre scenderemo in piazza allo slogan “CHANGE THE WAY” chiedendo un’inversione di marcia all’Italia ma anche all’Europa perché fatti come la chiusura dell’università di Atene non accadano mai più!”
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