Sempre di più parlare di Diritto allo studio in Italia significa parlare di tagli: quello che dovrebbe garantire a noi studenti la possibilità di raggiungere i gradi più alti dell’istruzione a prescindere dalle nostre condizioni economiche non viene considerato, come invece dovrebbe, un capitolo di investimento ma solo di mera spesa da tagliare.Difendere il diritto allo studio e incrementare i servizi agli studenti dovrebbe significare in primis difendere l’istruzione e l’università di questo Paese.La legge di stabilità, ancora una volta, ha scelto la direzione opposta: non ci sono finanziamenti per scuola e università e considerata la situazione disastrosa in cui versano è una vergogna! Un esempio clamoroso, che dimostra il totale disinteresse della politica per le nostre università, è la Campania: regione italiana con la più bassa percentuale di borse erogate (meno del 30 %) a fronte di un numero di aventi diritto tra i più elevati in Italia con un aumento a dir poco spropositato della tassa regionale per il diritto allo studio.
Lorenzo Fattori coordinatore UDU Napoli dichiara“ L’anno scorso la tassa regionale per il diritto allo studio è aumentata fino a 140 euro, del 125%, ma all’ente regionale ADISU arriva ancora la stessa cifra di quando si pagava 62 euro. Per questo chiediamo l’immediata restituzione alla Regione di quanto pagato quest’anno a fronte di un aumento che non sappiamo nemmeno come viene utilizzato! La nostra regione è l’esempio di come in Italia si sia deciso di non investire sull’università: il diritto allo studio dovrebbe essere considerata la principale garanzia d’investimento sull’istruzione e invece continuano a tagliare facendo gravare i costi sulle spalle di noi studenti. E’ necessario invertire la marcia definitivamente e ricominciare ad investire in diritto allo studio!”
Conclude Gianluca Scuccimarra Coordinatore nazionale Unione degli universitari “ La Campania è l’esempio di come il nostro Paese non investa ormai da tempo in diritto allo studio conducendo le nostre università sul baratro. La legge di stabilità per ultima non lascia spazio, ancora una volta, ad un’inversione di marcia sul diritto allo studio: è vergognoso che un Paese che suole definirsi democratico non garantisca un diritto umano costituzionalmente riconosciuto! Nell’ipotesi in cui non ci sia una reale inversione di marcia, la protesta campana sarà la prima di molte altre: sono anni che chiediamo un cambiamento, ora lo pretendiamo!”
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