E’ stato pubblicato ieri, un documento della CRUI contenente “18 proposte per una nuova università”; il documento è un elenco di misure che, secondo la Conferenza Italiana dei Rettori, restituirebbero “competitività al sistema in un quadro di sostenibilità”. Le proposte, coinvolgono sostanzialmente quattro sfere, ritenute strategiche: autonomia, finanziamento, competitività e semplificazione.
Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari “Dopo anni di silenzio e attiva condivisione delle folli politiche di distruzione dell’università, la CRUI si è accorta che il quadro normativo disegnato dalla riforma Gelmini sta soffocando gli Atenei, che il sistema non può reggere ancora a lungo e che sono quindi necessarie immediate misure di rilancio, ma quali sono le “innovative” proposte dei Rettori italiani? Tasse più alte per gli studenti, più precarietà per i ricercatori, e maggiore premialità del sistema di finanziamento, è assurdo!”
“Dobbiamo assolutamente risollevare l’Università Pubblica, ma la ricetta non è certo quella proposta da chi, in questi anni, ha contribuito all’affossamento del sistema” continua Scuccimarra, “ripartiamo dagli studenti, dai giovani ricercatori, dalla parte sana della nostra comunità accademica e dalle nostre proposte: ricominciamo a finanziare il sistema, perché senza risorse l’università muore, garantiamo davvero il Diritto allo Studio, perché priviamo ogni anno migliaia di studenti di un diritto costituzionale, introduciamo il ruolo unico della docenza, per limitare le baronie e ridare spazio ai giovani ricercatori, eliminiamo il numero chiuso, perché siamo terzultimi in Europa per numero di laureati ma escludiamo migliaia di studenti dall’istruzione universitaria, introduciamo un sistema di assicurazione della qualità reale, orientato al miglioramento complessivo del sistema, e non alla scrematura degli atenei sulla base di una falsa logica di merito, punitiva e discriminatoria.”
Conclude Scuccimarra “Questa è la ricetta giusta per imprimere una svolta al nostro sistema e la CRUI, che è una fondazione privata finanziata dai soldi pubblici, farebbe meglio ad ascoltare la comunità accademica reale, da cui è sempre più isolata e distante”.
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