L’8 marzo è una giornata in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, un’occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze, un momento per riflettere sui passi ancora da compiere. La Giornata Internazionale della Donna è tutto questo e anche di più. È un modo per ricordarsi da dove veniamo e dove stiamo andando.

Negli ultimi mesi il governo spagnolo vuole varare una legge che punta ad annullare l’autodeterminazione delle donne, limitare l’interruzione di gravidanza a casi di stupro o di pericolo per la salute della madre. Poco tempo fa il parlamento europeo ha bocciato la risoluzione Estrela che puntava a tutelare il diritto alla salute e riproduttivo delle donne in Europa. Possiamo aggiungere che in Italia la legge 194 è a rischio a causa dell’obiezione di coscienza che raggiunge il 90% in alcune regioni del sud.

Le mobilitazioni in difesa dell’autodeterminazioni in Italia e negli altri Paesi si sono susseguite a partire dal movimento YO DECIDO a cui Rete e UDU hanno aderito sino ad arrivare all’8 marzo.

Greta Chinellato Responsabile nazionale politiche di genere e diritti civili Unione degli Universitari “In un Europa e in una società in cui noi donne viviamo una disuguaglianza di genere reale, gestita da una classe dirigente maschile e profondamente maschilista, che troppo spesso alla nostra sete di libertà ed autodeterminazione risponde con la violenza, chiediamo un cambiamento culturale a partire dalle politiche messe in campo.

In Italia la situazione è drammatica: la legge 194 è a rischio a causa dell’obiezione di coscienza che raggiunge il 90% in alcune regioni del sud, a parità di lavoro guadagniamo di meno, non esiste un sistema di welfare che riconosca la maternità come un diritto di tutte le donne, la precarietà non ci pone nelle condizioni di poter crearci una famiglia, non ci fanno abortire e non ci fanno essere madri, è forse questa una società che tutela la nostra libertà di autodeterminazione? Così anche nel resto di Europa, basti pensare al caso recente della Spagna o alla bocciatura della risoluzione Estrela, l’autodeterminazione di noi donne in quanto diritto umano fondamentale, non è tutelata e garantita.

Daniele Lanni Portavoce Rete degli studenti medi continua “E’ necessario costruire un rapporto sano tra i generi a partire dalle scuole. Siamo una generazione di uomini cresciuta in un mondo fatto, gestito e pensato solo da uomini. Questo, da fattore naturale è invece diventato un’anomalia ai nostri occhi. Siamo stati cresciuti da madri libere, vogliamo condividere la nostra vita con donne libere. Siamo stanchi degli stereotipi che ci impongono un modello precofenzionato di essere uomini, non vogliamo più essere chiusi in recinti che ci stanno stretti. Non vogliamo più essere degli spettatori: da protagonisti vogliamo cogliere la sfida di un mondo nuovo fatto da uomini e donne libere, e non per fare un “favore” alle donne, ma perché sicuri di farlo a noi stessi. Per questo crediamo che la battaglia per l’autodeterminazione debba essere una battaglia da fare insieme, donne e uomini, che con nelle proprie diversità trovano motivo di forza per costruire una società fatta di uguaglianza.”

Conclude Greta Chinellato “Per questo l’8 marzo porteremo avanti la nostra battaglia in difesa dell’autodeterminazione, mobilitandoci come studentesse e studenti europei. Il messaggio che vogliamo lanciare è un messaggio ben preciso: non giocherete con l’indifferenza di una generazione che da per scontate delle libertà acquisite. Vogliamo quelle e pretendiamo di averne altre. Pretendiamo che l’Europa torni ad essere per noi una speranza, non una minaccia. Per questo vogliamo che la libertà e l’autodeterminazione delle donne diventi un fattore costitutivo della cittadinanza e della comunità europea. Chiediamo agli studenti e alle studentesse europee, con cui abbiamo condiviso tante battaglie, di condividere questo appello e di creare una mobilitazione capillare e diffusa, per non arretrare di un millimetro e per ottenere ciò che ci spetta.
Chiediamo di mobilitarsi non per difendere la libertà delle donne, ma per farne qualcosa di più grande: l’argine di un’Europa alla deriva, il paradigma di una nuova cittadinanza.”

Qui sotto trovate la versione del manifesto in inglese e in italiano:

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