La Ministro Giannini finalmente affronta lo spinoso tema dei test d’ingresso e del numero chiuso: è sicuramente un segnale positivo che riconosce la necessità di rivedere il sistema iniquo dei test che ogni anno danneggia e priva del proprio futuro migliaia di studentesse e studenti. Nel rivedere e nel ripensare questo sistema, però, bisogna partire dagli studenti aprendo prima di tutto con loro un tavolo di confronto diretto sul tema che affronti nel modo più ampio possibile problematicità e soluzioni.
Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari dichiara “Sono anni che, come Unione degli Universitari e Rete degli studenti medi, denunciamo e contrastiamo le ingiustizie causate da un sistema iniquo ormai al collasso come quello del numero chiuso e dei test d’ingresso.Il fatto che la Ministro Giannini abbia riconosciuto la fallacia dell’attuale sistema e abbia rotto il suo silenzio sul tema aprendosi a nuove soluzioni è sicuramente un segnale positivo. Crediamo, però, sia indispensabile l’apertura di un tavolo di confronto con gli studenti per trovare una soluzione efficace sul superamento dei test e del numero chiuso, un tavolo chiesto da mesi che non è mai stato istituito. Fare chiarezza sulle ingiustizie e sulle responsabilità dell’ateneo barese durante i test deve essere il primo passo per dare risposte trasparenti alle centinaia di ragazzi danneggiati. La Ministro nell’affrontare il delicato tema del superamento dei test d’ingresso deve tenere conto, però, di tanti fattori, o questo sarà l’ennesimo spot privo di un ragionamento sistematico e strutturato in grado di rimettere al centro l’istruzione ridandole il ruolo che le appartiene. ”
Alberto Irone Portavoce della Rete degli Studenti Medi conclude “Il fatto che la Ministra riconosca l’iniquità di un sistema al collasso è sicuramente una nota positiva che speriamo sia la prima di altre. Trovare una soluzione per superare l’attuale sistema d’accesso è solo un tassello per rimettere al centro dell’agenda politica del nostro Paese scuola ed università. Questo importante passo deve aprire la strada ad altri problemi emergenziali, non meno importanti, riguardanti il mondo dell’istruzione: dal diritto allo studio, alla didattica, all’orientamento, ai finanziamenti. Liberare le risorse è il primo punto di partenza: è ora di dire basta al commissariamento dell’istruzione da parte del Ministero dell’economia e delle finanze.”
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