Ieri la Ministra Giannini, durante un incontro con la CRUI, ha parlato del Fondo di Finanziamento ordinario, relativi criteri di ripartizione, e modifica delle modalità di accesso ai corsi a numero chiuso. Dopo mesi di silenzio, a quanto risulta, la Ministra ha deciso di rimettere sul tavolo della discussione la revisione del sistema d’accesso dei corsi a numero chiuso proponendo una soluzione che vede la selezione a sei mesi dall’inizio del percorso di studi senza, però, consultare gli studenti a cui aveva promesso un tavolo di confronto l’aprile scorso. Come se non bastasse tra le proposte portate, la revisione dei criteri di ripartizione del Fondo di Finanziamento ordinario: un “leitmotiv” che periodicamente ritorna senza risolvere mai il vero problema ovvero la mancanza di fondi all’università italiana. Dichiara Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari “Mesi fa la Ministra Giannini ci aveva garantito un tavolo di confronto per il superamento del dannoso sistema del numero chiuso: tavolo mai convocato. Nonostante ciò la Ministra, ieri, alla CRUI ha proposto un sistema con selezione a sei mesi dall’inizio del percorso di studi: un’ipotesi di superamento dei test ma non del numero chiuso, ipotesi mai discussa con noi studenti, principali parti in causa. Dopo aver citato per mesi il sistema francese si parla di selezione a sei mesi senza analizzarne il possibile impatto. Forse prima la Ministra dovrebbe fare i conti con chi l’università la vive tutti i giorni e a cui le barriere all’accesso hanno messo un’ipoteca sul futuro.” Conclude Scuccimarra “La Ministra Giannini, inoltre, ha dichiarato che, nella ripartizione dell’FFO 2014, la quota premiale aumenterà al 18%, anticipando addirittura ciò che la Gelmini aveva previsto per il 2015. Sebbene quest’anno dovrebbe esserci un piccolo incremento del finanziamento totale agli atenei, si continuerà ad alimentare un falso meccanismo di merito, basato su indicatori, come i risultati della VQR e i crediti sostenuti dagli studenti, che nulla hanno a che vedere con la qualità e il buon funzionamento del sistema universitario. Come denunciamo da tempo è indispensabile tornare a finanziare adeguatamente il sistema universitario, e cancellare questo sterile meccanismo di competizione che finisce solo per danneggiare la qualità della didattica e della ricerca nei nostri atenei”.
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