La prima settimana di lezioni nel nuovo campus è ormai trascorsa e, dopo il primo momento di entusiasmo per la tanto attesa apertura del Teaching Hub, le prime problematiche iniziano ad apparire tutt’altro che trascurabili. 
Docenti e Studenti si sono dovuti inevitabilmente rendere conto dell’insufficienza degli spazi e della dimensione ridotta delle aule. Le aule più grandi ( Aula 1 e Aula 3) appaiono appena sufficienti mentre moltissimi studenti si sono ritrovati a seguire lezioni in situazioni precarie, in piedi o seduti per terra, o addirittura a dover abbandonare l’aula vista l’impossibilità di riuscire a seguire le lezioni in questione.

Aule da 140 posti con più di 200 studenti previsti per il corso che non sanno letteralmente dove sedersi, professori che annunciano nuove suddivisioni degli studenti al fine di riuscire a svolgere gli esami in mancanza di spazi, malcontento tra gli studenti: questa è la fotografia di questa prima settimana di lezioni nel Campus dell’Eccellenza.

Come Unione degli Universitari, già negli anni passati, tra richieste di spiegazioni da parte dei nostri rappresentanti, risposte contradditorie e mobilitazioni, avevamo sollevato il problema della inaccettabile mancanza di spazi in un Campus per la costruzione del quale sono state spese decine di milioni di euro, distribuiti in quasi un ventennio complessivo di lavori di riqualificazione e costruzione, che non sono ancora giunti al termine.

La problematica non è certamente trascurabile, ma la soluzione è difficile a trovarsi: di certo limitare il numero degli studenti a partire dal prossimo anno accademico tramite un numero programmato non può e non deve rappresentare un modo per risolvere la questione. Anche perché, diciamolo chiaramente: per quale motivo dovrebbero essere gli studenti, presenti a futuri, a pagare per le mancanze di un progetto “nato male” e portato testardamente avanti senza mai prestare ascolto alle istante di chi l’avrebbe dovuto vivere e sin dall’inizio ne ha fatte presente in tutti i modi l’inadeguatezze?

Siamo contenti che finalmente il campus forlivese, su cui tante risorse sono state investite, abbia aperto i battenti, ma non sarebbe stato forse più sensato strutturare gli spazi a misura di studente? Un progetto così ambizioso sarebbe dovuto essere un vanto per la cittadina forlivese e per l’Alma Mater Studiorum, e invece mostra tutti i limiti derivanti dallo scollamento tra ciò che si dice di voler fare (favorire l’integrazione dell’università nella città, creare risorse per gli studenti per garantire e stimolare “l’eccellenza”) e ciò che si fa davvero (ignorare gli studenti). 

Siamo stanchi di essere ignorati e presi in giro e davanti all’evidente mancanza di spazi il nostro “ve l’avevamo detto” non suona di soddisfazione ma di amara rassegnazione a qualcosa che si sarebbe potuto evitare, se solo il Campus fosse stato fatto, davvero, per e con gli studenti.

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