#nonumerochiusoE’ notizia di ieri, dopo settimane di proteste e pressioni da parte dell’Unione degli Universitari, che la nota blocca ricorsi del 23 settembre, che impediva l’immatricolazione di migliaia di studentesse e studenti ai corsi di medicina e chirurgia, e che aveva trovato anche il disaccordo dei Rettori, sia effettivamente rientrata: il MIUR ha, infatti, emanato una nota ulteriore che ribalta quanto detto prima.

E’ evidente che la situazione non è più gestibile con il metodo schizofrenico del Ministero ma è necessario un ragionamento strutturato che abbia come fine ultime l’apertura del sistema d’accesso.

Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari dichiara “Il fatto che il Ministero abbia ritirato la nota del 23 settembre è il minimo che potesse fare dal momento che rischiava di creare l’ennesimo danno agli studenti che, ancora una volta, chiedevano e solo di poter studiare.

Attualmente, dunque, in base alla nota di nuova emanazione, che ribalta le direttive della precedente, le studentesse e gli studenti che hanno ottenuto l’ammissione con riserva con sentenza del TAR potranno immatricolarsi nell’ateneo indicato dalla sentenza stessa.

Nonostante il pericolo di creare ulteriori discriminazioni è evidente che nemmeno il Ministero è in grado di gestire la situazione: la Ministra Giannini deve prendersi le sue responsabilità riformando ed aprendo il sistema d’accesso, ora, aspettare non è più possibile.

Conclude Scuccimarra “ Sono anni che ormai ricorriamo contro il sistema del numero chiuso. Abbiamo smontato il sistema con i nostri ricorsi e la Ministra non può più tapparsi gli occhi e nascondersi dietro un dito all’evidenza dei fatti: il sistema va riformato ed aperto, ci chiediamo cosa impedisca un intervento strutturato considerata la situazione ormai emergenziale se non la protezione di interessi ordinistici e la mancanza di volontà di investire nelle nostre università?

In un Paese in cui il numero di immatricolati cala di anno in anno e il  numero di laureati è tra i più bassi d’Europa, non possiamo permetterci un sistema che sempre di più blocca l’accesso a chi chiede solo di poter studiare.

Il 10 ottobreil 25 ottobre saremo in piazza, così come tutto l’autunno, per un’università diversa che sia, prima di tutto, aperta e accessibile a tutti,  e sta volta chiediamo di essere ascoltati perché il Paese non può più permettersi di mettere da parte noi giovani! ”

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