Oggi  i lavoratori della AST di Terni, acciaierie del gruppo tedesco ThyssenKrupp,  che minaccia 550 esuberi, erano a Roma per chiedere risposte e garanzie sui propri posti di lavoro. Dopo un incontro all’ambasciata tedesca, si stavano recando, come ampiamente annunciato, verso il Ministero dello Sviluppo Economico, quando sono stati brutalmente e immotivatamente caricati dalle forze dell’ordine.

In assenza di qualsiasi rischio per l’ordine pubblico, la polizia ha picchiato le lavoratrici e i lavoratori che manifestavano in maniera assolutamente pacifica per il diritto al lavoro. Nessuna “manovra di contenimento”, ma un’azione gratuita e violenta.

 

Dichiara Alberto Irone Portavoce della Rete degli studenti medi “Il fatto di oggi contro i lavoratori dell’AST è un fatto gravissimo che si inserisce in un vero e proprio attacco in atto da giorni contro il mondo del lavoro, sui giornali, sui social network, nei talk show e nelle convention,  a colpi di dichiarazioni, accuse false e mistificazioni volte a delegittimare chi dissente e chi manifesta, i lavoratori e chi li rappresenta. Mentre gli studenti chiedono solo di studiare, i lavoratori chiedono solo di lavorare: insieme per cambiare il paese, condanniamo le violenze di oggi, vogliamo risposte vere, basta slogan.”

 

Conclude Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Univeristari  “Le studentesse e gli studenti esprimono la loro completa solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della AST, ma soprattutto prendiamo un impegno: saremo con loro, come il 17 Ottobre scorso e i giorni precedenti, come negli ultimi anni di intensa mobilitazione per le acciaierie. Non faremo mancare il nostro punto di vista, rifuggendo la testimonianza fine a sé stessa e difendendo invece il diritto al lavoro nelle nostre città, che per noi significa diritto al futuro.

Non possiamo permetterci che nel nostro paese, invece di dare risposte, si reprima con la violenza chi combatte per i diritti e per il lavoro; siamo studentesse e studenti, e questa battaglia è anche la nostra.”

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