Questo pomeriggio è avvenuta l’ennesima strage di migranti a pochi chilometri dalle coste di Lampedusa. Un barcone che trasportava 105 migranti è stato trovato in difficoltà in mezzo al mare mosso e quando i militari hanno cercato di portare in salvo i passeggeri hanno trovato alcuni morti per freddo ed altri non ce l’hanno fatta per il grave stato d’ipotermia. Come studenti non possiamo rimanere impassibili di fronte a queste terribili vicende.
Dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore Unione degli Universitari: “In qualità di studenti e non accettiamo ed anzi condanniamo i responsabili della morte dei ventinove profughi per assideramento a 110 miglia dalle coste di Lampedusa la scorsa notte. Non possiamo rimanere indifferenti a questa ennesima tragedia soprattutto noi siciliani. Il nostro mare è da la culla della civiltà, della multiculturalità, ancora oggi è l’unica via di salvezza per moltissime persone che non possono sopportare la fame, la guerra, l’assenza di libertà. Oggi come non mai, nella nostra regione, questo episodio assume un carattere rilevante, solo ieri infatti Matteo Salvini è sceso a Palermo. La differenza è un valore e non possiamo accettare movimenti xenofobi e razzisti. Non vogliamo più vedere intolleranza nei confronti di persone che, come vediamo giornalmente, sono disposte a morire in nome della libertà. Chiediamo degli aiuti concreti, c’è ancora una decina di dispersi e sull’isola i servizi sanitari sono minimi. Non possiamo più stare a guardare.”
Conclude Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi: “E’ evidente come l’abbandono dell’operazione Mare Nostrum, una task force di più paesi europei volta soprattutto all’aiuto dei migranti che viaggiano in condizioni indicibili, e l’inizio dell’operazione Triton portino, inevitabilmente, ad un aumento dei morti nei nostri mari. Bisogna aspettare l’arrivo della primavera e l’aumento dell’ondata migratoria per capire che non è accettabile limitarsi a “proteggere” i nostri confini ma che anzi bisogna continuare a salvare le persone che cercano solamente di scappare dalla guerra? L’Unione Europea non può continuare a non curarsi di questo problema che attanaglia le coste italiane, ma che deve diventare un problema per tutta l’Europa.”
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