Le criticità della Buona Scuola e le nostre proposte per riformare l’accesso all’insegnamento
L’accesso all’ insegnamento ha subito, a partire dagli anni novanta, un travagliato percorso di riforma che non si è mai concluso. Ha invece generato una forte sovrapposizione normativa e una conseguente stratificazione di situazioni molto diverse tra loro tra abilitati, non abilitati e precari storici, con le varie graduatorie ormai ingestibili ed una serie infinita di contenziosi. Questo, unitamente al sostanziale blocco del reclutamento nella scuola pubblica, ha determinato una estrema precarizzazione degli aspiranti insegnati, con una “coda” di quasi 200.000 persone in attesa di reclutamento.
All’interno de La Buona Scuola, il Governo ha previsto un piano di reclutamento straordinario, per assorbire parte dell’enorme coda di precariato pregressa e una riforma complessiva della formazione iniziale, dell’abilitazione e del reclutamento degli insegnanti. Tale riforma prevede: per la formazione iniziale, l’attivazione di magistrali semi-abilitanti all’ insegnamento a numero chiuso; per l’abilitazione, dei tirocini di sei mesi post laurea nella scuola; il ritorno al concorso nazionale come unico canale di immissione in ruolo, con l’obiettivo contestuale di eliminare o ridurre drasticamente il ricorso alle supplenze esterne.
- Potenziamento dell’orientamento
- Magistrali abilitanti a numero aperto che garantiscano competenze specialistiche e pedagogiche con un quadrimestre di tirocinio in una scuola
- Riforma urgente delle classi di concorso e dei requisiti d’accesso
- Programmazione pluriennale delle assunzioni per dare prospettive chiare agli aspiranti insegnanti
- Misure transitorie al nuovo sistema e un III ciclo straordinario di TFA
- Un tavolo ministeriale di discussione prima dell’emanazione di qualsiasi provvedimento e il pieno coinvolgimento, in tal senso, del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari
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