Dopo un lungo periodo di incertezza sul futuro delle mense universitarie, oggi sembra di intravedere uno spiraglio di luce.
Come Udu L’Aquila possiamo dichiararci soddisfatti per la ripresa del servizio di ristorazione; siamo meno compiaciuti, invece, della gestione che la politica, a tutti i livelli, ha avuto della vicenda, ma su questo abbiamo già speso abbastanza parole. Ricordiamo che nelle ultime settimane il servizio è stato sostituito, con non pochi disagi per gli studenti, da convenzioni con privati nei pressi dei poli di Coppito e della residenza Campomizzi, lasciando scoperti i poli di Pile e Roio, per i quali non è stata trovata alcuna soluzione sostitutiva. La nostra attenzione resterà alta fino a quando non avremo certezze che il suddetto servizio sarà garantito, senza ulteriori interruzioni, fino all’espletamento del bando europeo. Fino ad allora non potremo dichiararci soddisfatti.
Ci teniamo, inoltre, a rimarcare l’importanza ed il ruolo determinante che la lotta congiunta di studenti e lavoratori ha avuto nella risoluzione della vicenda. Conclusasi questa situazione emergenziale, tuttavia, esistono ancora diverse questioni aperte nell’ambito del diritto allo studio a L’Aquila. Rimanendo in tema “mense”, ora c’è da affrontare l’ordinario: la ricerca di una soluzione alla mancanza di una mensa nei pressi del polo universitario del centro storico e la ristrutturazione del centro Polifunzionale del polo di Coppito restano una priorità di cui le istituzioni locali, dal Comune, all’Ateneo, alla Regione, devono farsi carico nel più breve tempo possibile.
Resta ancora incerto il mantenimento della Campomizzi, unica residenza universitaria pubblica in tutta la regione, che rischia di essere chiusa a fine estate 2015 a causa del mancato rinnovo dell’accordo tra ADSU e Ministero della Difesa. A questo proposito, nella seduta del Consiglio Studentesco del 12 febbraio scorso i rappresentanti dell’Udu hanno proposto una mozione, approvata all’unanimità dal consesso, con la quale si chiede agli organi d’Ateneo di pronunciarsi circa la necessità e l’importanza di mantenere la residenza. Confidiamo che la risposta non tardi ad arrivare e che si possa al più presto attivare l’iter per il rinnovo della struttura.
Inoltre, a simbolo della somma indifferenza della Regione Abruzzo sul tema del diritto allo studio, il CdA dell’ADSU non viene ancora rinnovato, nonostante a gennaio sia scaduto anche il regime di prorogatio e l’organo sia privo da ottobre dei rappresentanti degli studenti, regolarmente eletti a maggio e mai nominati. La nostra Regione è tra le ultime in Italia per investimenti sul diritto allo studio; è necessario invertire la rotta ed iniziare a considerare questo tema una priorità con una decisa assunzione di responsabilità nel rilancio del welfare studentesco.
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