Apprendiamo da fonti stampa che il Ministro Giannini avrebbe appena firmato un decreto, finora tenuto di fatto riservato, che interviene nuovamente sul numero minimo di docenti necessari a tenere aperti i corsi di studio, con uno “sconto” del 30% fino al 2017. A poco più di un anno dal decreto 1059 del 2013, che alleggeriva lo stesso vincolo, il Ministro concede un nuovo regalo ai Rettori, ma si rischia di danneggiare ulteriormente la didattica.
Dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’unione degli universitari:” Se è vero che, a causa del blocco del turn over, gli atenei non hanno più professori a sufficienza e rischiano di dover chiudere interi corsi di studio, la soluzione non può essere abbassare i requisiti minimi sulla docenza, che rappresentano un minimo di garanzia di qualità per la didattica. Questo intervento è un’ennesima toppa che non risolve il problema e finisce per scaricare ancora una volta sulla qualità dei corsi di studio la mancanza di volontà politica di questo Governo di invertire la rotta sull’università. Avere meno docenti in un corso di studio significa svalutarne e impoverirne la didattica. Si tratta di una scorciatoia, probabilmente richiesta dai rettori, per evitare di chiudere dei corsi di studio, danneggiando gli studenti e senza risolvere i problemi veri”.
Conclude Scuccimarra: “E’ ovvio che si deve evitare la chiusura di altri corsi di studio, ma intervenendo seriamente sul sistema, sbloccando il turn over, senza attendere il 2018, e cambiando radicalmente il sistema di accreditamento e valutazione degli atenei, costruito dalla Gelmini con il solo scopo di spingere alla chiusura di corsi di laurea ed atenei interi. Aspettiamo di leggere i contenuti di un decreto del quale il ministero ha tenuto completamente all’oscuro gli studenti, smentendo ancora una volta la volontà annunciata del Governo di ascoltare tutto il mondo dell’università”.
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