Ennesimo clamoroso attacco al diritto allo studio universitario in Sicilia, dove l’università di Messina ha deciso di aumentare pesantemente le tasse universitarie, rivalendosi maniera molto più incisiva sugli stessi studenti per l’anno accademico 2014/15 rispetto all’anno precedente. A causare l’aumento il passaggio ad un nuovo sistema di tassazione (basato non più sull’ICE bensì sull’ISEEU come previsto dalla normativa nazionale) che vedrà gli studenti costretti a sostenere un aumento medio di 435€ delle proprie tasse universitarie. Con percentuali che mostrano un aumento tra il 70 e oltre il 100% delle tasse incredibilmente in un solo anno accademico.
Ancora, le fasce più colpite dell’aumento sono state quelle medio-basse, ossia quelle che in questi anni di crisi economica incontrano sempre maggiori difficoltà a garantire l’istruzione universitaria ai propri figli, con una percentuale di aumento che arriva anche al 107% per gli studenti con ISEE compreso tra 19.000 e 21.000 euro.
Facendo un esempio uno studente avente un ISEE di 22.000 euro si troverà a pagare €1070 a fronte dei €530 pagati nell’anno accademico 2013/14. A tali somme vanno poi aggiunte la tassa regionale per il diritto allo studio (importo fisso di €140.00) la tassa d’immatricolazione ed iscrizione (di € 198,39) e altre voci tra cui la nuova e non meglio identificata “tassa modulistica” (€41,59) che fanno arrivare la cifra complessiva a €1466.98.
Basilio Tanania, Coordinatore d’ateneo Unione degli Universitari Messina: “E’ inaccettabile un’aumento delle tasse così repentino e sproporzionato, che si aggiunge alla già folle scelta fatta dall’ateneo nell’ultimo anno di far pagare le tasse anche ai vincitori di borsa, specie in un ateneo dove i redditi medi degli studenti si concentrano nelle fasce più basse. Non staremo con le mani in mano a vedere calpestati i diritti degli studenti in questo modo; se la commissione ad hoc costituita in fretta e furia dal rettore non prevederà un’abbassamento immediato delle tasse entro i parametri di legge siamo pronti ad opporci mettendo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione”.
Gianluca Scuccimarra, Coordinatore Nazionale Unione degli Universitari: “L’aumento delle tasse universitarie effettuato a Messina è assolutamente illegale e in contrasto con le disposizioni nazionali che disciplinano la tassazione universitaria che non consentono un aumento delle tasse, per gli studenti con ISEE inferiore a 40.000€, maggiore del tasso di inflazione. Se a questa scelta si aggiunge quella di non rimborsare la tassa d’iscrizione e la tassa regionale ai vincitori della borsa di studio si apre di fronte agli studenti siciliani uno scenario pesantissimo: il diritto allo studio costituzionalmente garantito diventa un miraggio, i tagli statali agli atenei sono equilibrati solo tartassando gli studenti, l’università in questo contesto di crisi economica perde il suo carattere di massa e diviene sempre più per pochi. Che l’ateneo messinese stia già provando ad attuare la ricetta renziana di atenei di serie A e B?”
Conclude Gianluca Scuccimarra: “Non possiamo più accettare che gli Atenei per far quadrare i propri bilanci infrangano impunemente le poche norme sul diritto allo studio che ancora tutelano gli studenti. Il governo, il MIUR e la stessa CRUI devono fermare questo scempio: noi siamo pronti a presentare ricorso dinnanzi agli organi competenti se il Rettore non cambierà subito rotta abbassando le tasse immediatamente e ripristinando l’esonero delle stesse a tutti gli studenti borsisti”
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