La Corte europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per quanto compiuto dalle forze dell’ordine italiane nell’irruzione alla scuola Diaz del 21 Luglio 2001, “qualificandolo come tortura” e per l’assenza di una specifica legislazione in materia, adeguata a colpire il reato di tortura.

Dichiara Alberto Irone, Portavoce Nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Soddisfazione per una sentenza che pur arrivando in ritardo, rende parzialmente giustizia a quasi 15 anni di polemiche, insabbiamenti e mistificazioni di quanto successo alla caserma Diaz nel Luglio del 2001”. “A distanza di anni” – continua Irone – la corte europea dei diritti umani riconosce che il comportamento delle forze dell’ ordine si configura come tortura, e fu totalmente ingiustificato”.

Continua Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’ Unione degli Universitari: “ Questa sentenza torna a far luce su un vero e proprio buco nero della nostra democrazia: in quei giorni alla Diaz e a Bolzaneto si sospese lo Stato di Diritto, e in tanti anni non c’è stato un vero riconoscimento della responsabilità giudiziaria e politica di chi ha permesso, eseguito, e poi provato a coprire quello scempio. La sentenza ci condanna, infatti, anche per la mancanza del reato di tortura nel nostro codice penale: è venuto il momento di accelerarne l’introduzione, assieme a quella dei codici identificativi per gli agenti di pubblica sicurezza, una misura minima di garanzia e responsabilità per le forze dell’ordine, già adottata in molti paesi europei”.

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