Nella giornata di ieri il Ministro Maria Elena Boschi è stata a Catania in occasione di un convegno organizzato dal PD Siciliano.
Durante la mattinata sono stati diversi gli argomenti affrontati dalla Ministro, dalla situazione tragica che sta attraversando il Governo Crocetta fino all’università.

All’appuntamento era presente l’UDU Catania, insieme ad una delegazione composta da un centinaio di ricorrenti ammessi al corso di medicina e chirurgia con riserva, che hanno consegnato una lettera alla Boschi per chiedere la sanatoria per tutti gli studenti ammessi con riserva nelle università italiane e chiedere inoltre di cominciare a discutere  di un nuovo sistema di accesso universitario che non preveda un test all’accesso.

Ecco qui il contenuto della lettera presentata alla Ministro Maria Elena Boschi:

Egregio Ministro,

Siamo le centinaia di Ragazze e Ragazzi ammessi con riserva alla facoltà di Medicina dell’Ateneo di Catania.

Siamo quelli che negli ultimi mesi hanno ricevuto l’etichetta di “ricorsisti”, perché si era così impegnati nel

cercare di darci un nome che ci distinguesse da tutti gli altri studenti nostri coetanei che nessuno,

nemmeno molti organi di stampa o rappresentanti di diverse forze politiche,si è accorto che il termine

corretto in lingua italiana è “ricorrenti”.

Come Lei sicuramente ricorda, durante i test di ammissione previsti dalla legge 264\99 per l’accesso alla

facoltà di Medicina, il nostro Paese si è ritrovato coinvolto nel più palese dei casi di violazione

dell’anonimato.

Ad oggi le ragazze ed i ragazzi entrati in sovrannumero con provvedimento cautelare del Tar e del Consiglio

di Stato sono più di 500 solamente a Catania.

In questi mesi siamo stati trattati come gli ultimi, quelli che avevano la possibilità di studiare solo grazie ad

una sentenza amministrativa, quelli che causavano disagio all’università, diversi solo perché non tutti

avevamo la possibilità di poter investire migliaia di euro per un corso di preparazione, diversi anche perché

forse qualcuno ha avuto la sfortuna di frequentare un liceo sbagliato, magari senza un professore stabile,

solo la supplente sempre presente ma ogni mese diversa. Diversi soprattutto perché gli studenti italiani

ormai vivono la distinzione in categorie, noi di certo eravamo quelli di serie B.

Non è stato facile, ma abbiamo creduto in un principio, quello secondo il quale tutti noi dovremmo essere

considerati uguali per il nostro Paese e per chi nelle Istituzioni Lo rappresenta. Credendo nell’uguaglianza

abbiamo iniziato il nostro percorso di studi, con impegno e sacrificio, nonostante le prevaricazioni e gli

atteggiamenti da vera e propria “apartheid”.

L’uguaglianza ha fatto si che durante la prima sessione molti di noi abbiano superato tutti gli esami, in

alcuni casi con voti superiori alla media degli anni precedenti.

La nostra esperienza di tutti i giorni, la fatica e l’impegno tra quei banchi, i risultati ottenuti sono la

dimostrazione che il criterio di “merito” del test non è reale, non tiene conto delle reali capacità di ognuno

di noi. Abbiamo dimostrato che non può essere un test d’ammissione a scrivere il futuro delle giovani

generazioni Italiane, solo l’impegno e la voglia di costruire ci dimostrerà chi siamo, sia noi come studenti

che voi come rappresentanti delle Istituzioni che il Nostro futuro lo deciderete.

Oggi vivere e studiare a Catania ha un costo non indifferente: tra tasse universitarie, libri di testo, affitto

della stanza, mezzi di trasporto e sostentamento quotidiano arriviamo in media a 8000 euro annui.

Nessuno di noi ha avuto la possibilità di ricevere la borsa di studio proprio perché iscritti con riserva.

Paghiamo le tasse ed abbiamo i doveri di tutti gli studenti “titolari” ma continuiamo a vivere con i DIRITTI

da “riserve”.

Ancora oggi dobbiamo attendere il giudizio di merito perché la giurisprudenza, a prescindere farà il suo

corso. Le istituzioni a più livelli si sono smentite tra loro e ci hanno trattato come numeri, senza tener conto

che dietro a quella “iscrizione con riserva” c’è una persona, un cittadino dello stato Italiano, uno studente.

Per questi motivi e per il nostro diritto previsto dalla costituzione Le chiediamo di farsi portavoce di tutti

noi, affinché venga proposta una sanatoria che regolarizzi la posizione di tutte le studentesse e gli studenti

entrati in sovrannumero nelle facoltà di Medicina di tutta Italia.

Chiediamo solo di avere il Diritto di poter studiare qui nel nostro Paese, per dimostrare quanto valiamo,

senza dover costruire il nostro futuro all’estero.

Gli studenti dell’Università degli Studi di Catania, le “riserve”.

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