Si apprende da fonti stampa dell’esistenza di un primo documento di proposte per la riforma dell’università annunciata dal Governo. Tra i temi affrontati l’autonomia degli atenei, la ricerca, il reclutamento e il turn over dei docenti, le tasse e un pacchetto di misure per il welfare studentesco.
Questo documento sta circolando in una cerchia ristretta di soggetti, a dispetto della volontà dichiarata di coinvolgere tutto il mondo accademico.
Dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari: “Il Governo e il Partito Democratico avevano annunciato un percorso di ascolto e coinvolgimento del mondo universitario in prospettiva di lavorare ad una riforma dell’università. Dopo l’iniziativa “YouniversityLab” dello scorso 26 Febbraio però, apprendiamo oggi dell’esistenza di un documento di 15 pagine che contiene già alcune proposte di riforma, non pubblico e diffuso solo tra pochi soggetti coinvolti. Sarebbe questo il coinvolgimento e l’ascolto? Non è certamente questo il processo di cui c’è bisogno e non staremo a guardare mentre si concordano le proposte con i soliti noti, ignorando gli studenti e buona parte della comunità accademica”.
Conclude Scuccimarra: “Il documento parla di riforma della tassazione, autonomia, sblocco del turn-over, ruolo unico, tematiche fondamentali di cui discutiamo da anni e su cui abbiamo proposte forti. Bisogna innanzitutto ripartire dalle condizioni materiali degli studenti, finanziando le borse di studio, non introducendo i prestiti d’onore come sostiene la Ministra Giannini e abbassando le tasse, che a dispetto delle fantasiose tesi di Ichino e Giavazzi, sono le terze più alte d’Europa. E sicuramente c’è bisogno di sbloccare il turn over, e riformare il reclutamento per dare prospettive e dignità al lavoro di ricerca e di insegnamento, ma non lo si fa certo annunciando improbabili “jobs act” dell’università. Il documento, poi, torna sulla questione dell’autonomia e dei vincoli amministrativi degli Atenei: di solito si scrive “semplificare” e si legge “privatizzare”, e dopo i tentativi della Gelmini con le Fondazioni, non siamo disposti a mettere di nuovo in discussione il carattere pubblico dei nostri Atenei. Il mondo della Scuola si sta già mobilitando per la riforma in corso, se anche sull’università prevarrà il decisionismo del Governo, o l’ ascolto di facciata visto con la Buona Scuola, ci saranno anche gli studenti universitari nelle piazze”.
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