La pubblicazione del piano “La Buona Scuola” a settembre ha scatenato l’opposizione più o meno marcata di molte parti sociali: in primis studenti ed insegnanti.
La protesta non si è fatta attendere, fin dall’inizio della scuola abbiamo denunciato quotidianamente le criticità del provvedimento, adesso, con l’avvicinarsi dell’approvazione in parlamento e dell’arenarsi del decreto sulle assunzioni, anche gli insegnanti hanno deciso di scendere in piazza e lo faranno in maniera unitaria il 18 aprile 2015, a seguito di uno sciopero di 9 giorni delle attività non obbligatorie.
In quanto studenti aderiamo a questa manifestazione perché crediamo profondamente nello stretto rapporto e nell’intreccio delle rivendicazioni dei due principali attori nel mondo della scuola: gli studenti e gli insegnanti.
Crediamo che sia fondamentale continuare sulla strada delle assunzioni degli oltre 150 mila precari della scuola. I docenti di ruolo attualmente sono tra i più anziani nella media europea, e ciò si ripercuote negativamente sulla qualità della didattica e sulla motivazione dei docenti stessi. I 150 mila precari che da anni attendono gli scorrimenti delle graduatorie per entrare di ruolo sono persone che hanno studiato, persone giovani ma anche meno che si sono aggiornate continuamente e che siamo certi possano dare una spinta propulsiva all’aggiornamento dei metodi di didattica applicati nelle nostre scuole. Accanto a questo è necessario, altresì, creare un sistema di continuo aggiornamento e formazione ai docenti di ruolo e non, difatti il saper insegnare si basa su conoscenze e competenze che devono essere continuamente aggiornate perché devono adeguarsi al livello degli studenti che frequentano la scuola. Non è più accettabile il paradosso per cui gli studenti devono insegnare ai professori come utilizzare le LIM, i proiettori ed il computer. La formazione ai docenti deve essere, quindi, sia sulle conoscenze, sulle competenze ma anche sui metodi della didattica, anche questi attualmente indietro anni luce rispetto a quelli utilizzati nel resto d’Europa.
Crediamo che, qualora venisse approvata “La Buona Scuola” così com’è, questi obiettivi si allontanerebbero ulteriormente, ed è per questo che ancora una volta ribadiamo il nostro a questo provvedimento, insieme agli insegnanti. Nel piano il ruolo del corpo docente di una scuola verrebbe stravolto. Si crea l’organico funzionale, ovvero un gruppo di docenti che possono essere utilizzati dalle scuole comprese in un’area territoriale definita e chiamati dai presidi delle scuole. Inoltre si inseriscono gli scatti stipendiali per merito e le graduatorie di merito per i docenti, il tutto con un enorme accentramento del potere nella figura del dirigente scolastico, senza alcun tipo di bilanciamento. Noi crediamo, e ci uniamo ai professori in questa denuncia, che tutto ciò andrebbe ad influire in maniera assolutamente negativa sugli insegnanti e sugli studenti, creando un malsano ambiente competitivo e che tende ad escludere piuttosto che cercare di non lasciare indietro nessuno.
Per questo il 18 aprile saremo in piazza insieme agli insegnanti per dire no alla Buona Scuola.

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