Come già anticipato dal MIUR nelle scorse settimane, si sta definendo lo schema di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario delle università per il 2015 in largo anticipo rispetto agli scorsi anni.
Dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’unione degli universitari: “Come annunciato dal Ministero, è stata definita la bozza di riparto dell’ FFO 2015. Dopo anni di incertezza per gli atenei, che si vedevano pubblicare il riparto effettivo delle risorse solo a fine anno, questo anticipo è certamente positivo, ma positivo non è, invece, il giudizio sui cambiamenti apportati al sistema di riparto”.
“La quota premiale, come previsto, sale al 20 % aumentando inesorabilmente la parte di risorse che gli atenei percepiscono sulla base di un sistema concorrenziale folle, basato su criteri di valutazione assolutamente discutibili. Proprio sul fronte dei criteri troviamo, infatti, la novità peggiore: vengono ridefiniti i pesi attribuiti alla valutazione della ricerca e delle politiche di internazionalizzazione, che passano rispettivamente dal 70 al 65% e dal 10 al 3%, per far posto ad un nuovo criterio basato sul numero di studenti in corso che abbiano conseguito almeno 20 cfu nel 2014. Questo indicatore, che varrà il 12% della quota premiale, cioè circa 160 milioni di euro, rischia di incentivare nuovamente gli atenei a liberarsi degli studenti fuori corso con tasse più alte, obblighi d’iscrizione part-time, o svalutazione della qualità, per far conseguire più crediti ai singoli studenti. Il miur, come al solito, è poi venuto incontro alle richieste dei rettori, riducendo l’uso dei costi standard per la determinazione della quota base, al 25 %, dal 40% previsto. Si rafforza anche la clausola di salvaguardia, che passa da una perdita massima del 3,5% al 2% per ateneo, dimostrazione palese che il sistema premiale così com è, sarebbe ancor più distruttivo per gli atenei se pienamente applicato”.
Conclude Scuccimarra: “Ancora una volta non si pone freno alla deriva che il nostro sistema di finanziamento ha intrapreso con la Gelmini: competizione insensata tra gli atenei, nessun meccanismo di incentivo positivo reale, valutazione della didattica con criteri meramente quantitativi sui crediti, che nulla hanno a che vedere con la qualità dei nostri atenei e con i processi reali dell’apprendimento. Continuiamo a chiedere a gran voce un recupero delle risorse sottratte dal 2008 ad oggi, almeno 800 milioni, e un ripensamento complessivo del sistema premiale, che superi questa logica deprimente di concorrenza aziendale che mortifica la funzione pubblica dei nostri atenei”.
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