La Ministra Giannini ha firmato oggi il decreto di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario alle Università per il 2015. Dopo i pareri del CNSU, del CUN e della CRUI, al decreto sono state apportate alcune lievi modifiche, che però non risolvono le criticità nell’impianto complessivo del sistema di finanziamento.
Dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’ unione degli universitari: “Dopo le forti criticità, spesso comuni, espresse dal CNSU, dal CUN e dalla CRUI stessa nei loro pareri sulla bozza di riparto, il Ministero ha ritoccato il decreto. La modifica più rilevante riguarda i criteri di riparto della quota premiale, dove il nuovo indicatore basato sugli studenti in corso con almeno 20 cfu sostenuti, viene ridimensionato nel peso, dal 12% all’ 8%, a vantaggio di quello sull’ internazionalizzazione che passa dal 3% al 7%. All’interno dell’indicatore sull’internazionalizzazione viene inserito, inoltre, un parametro che misura la capacità dei nostri atenei di attrarre studenti laureati all’estero. Avevamo fortemente criticato questo nuovo indicatore sul successo formativo, del tutto scollegato dalla reale qualità della didattica e dei nostri atenei, ma ridurne il peso è solo un palliativo, quell’indicatore andava cassato del tutto”.
Conclude Scuccimarra: “Apprezziamo la parziale disponibilità del Ministero a rivedere i criteri, come richiesto con forza anche dal parere unanime del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, ma come Unione degli Universitari continuiamo a chiedere con forza la revisione complessiva del sistema di finanziamento. E’ sotto gli occhi di tutti che non può esserci premialità senza risorse aggiuntive e che far competere gli atenei per le briciole, vanifica qualsiasi intento di incentivare miglioramenti del sistema. Nel progetto Gelmini la premialità rappresentava la clava con cui liberarsi degli atenei ritenuti “di troppo”, dissanguandoli lentamente di risorse e docenti. Sono passati 5 anni dall’introduzione di quella sciagurata riforma, crediamo sia venuto il momento di rimettere seriamente in discussione il sistema, superando l’impianto ideologico costruito dal centrodestra, e ripensando la valutazione e il finanziamento nell’ottica di garantire la sostenibilità dei nostri atenei e meccanismi realmente incentivanti. Siamo stufi della divisione strumentale tra chi è pro e chi contro la valutazione, il punto è a cosa serve valutare: finora lo abbiamo fatto per punire gli atenei e contrarre l’offerta formativa, noi crediamo in un sistema di valutazione che tenda al miglioramento e all’ampliamento del sistema universitario italiano”.
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