RE’ stata pubblicata oggi dal MIUR la rosa di 15 nomi selezionata dall’apposito comitato tra le 121 candidature pervenute. Il comitato ha audito i candidati e visionato il curriculum e un elaborato prodotto da ogni candidato e alla fine ha ristretto la lista al massimo previsto dalla legge di 15 nomi, ora spetta al Ministro nominarne 4, che andranno a sostituire i membri decaduti del Consiglio direttivo ANVUR.

Rispetto alla scorsa volta, che coincise con la creazione dell’ANVUR, il processo di selezione da parte della commissione è stato senza dubbio caratterizzato da una maggiore trasparenza, frutto della volontà della commissione di rendere meno opaco il meccanismo prevedendo nel bando le audizioni e la presentazione di un elaborato dei candidati. Riteniamo che parte del merito vada anche a Giuseppe Caputo, ricercatore che è stato nominato nel comitato dal Presidente del CNSU, poi eletto presidente del comitato stesso, e che da subito ha voluto ricercare la massima trasparenza nel lavoro del gruppo, anche attraverso il suo blog, che ha contribuito ad aggiornare all’esterno l’evoluzione del processo di selezione.

La stessa pubblicazione da parte del Ministero, seppur in ritardo, della lista di tutti i candidati con annessi curriculum ed elaborati, è stata sollecitata da più parti per evitare una nomina “a scatola chiusa” da parte del Ministro.

Pensiamo che aver reso più aperto e trasparente un meccanismo altrimenti di per sé piuttosto opaco, sia un risultato positivo ed importante di chi ha voluto attenzionare il processo, esserne parte attiva, monitorarlo e informare il mondo accademico, e non solo, dei suoi sviluppi.

Probabilmente il dibattito intorno a questo tema non è stato abbastanza largo come avremmo auspicato, ma ora la palla passa al Ministro, che dovrà fare le nomine. E sarà una scelta che dirà molto del futuro del nostro sistema di valutazione, visto che l’ANVUR ha tristemente mostrato di poter incidere molto sull’università italiana.

Il rischio più concreto è che prevalgano ancora interessi bottegai, con la cooptazione di persone “fidate”, al di là delle effettive competenze in tema di valutazione. Questo significherebbe proseguire sulla scia ben avviata di un’agenzia di valutazione non autonoma e costruita per assicurare la qualità del sistema universitario, ma legata a doppio filo al Ministero e all’indirizzo politico del momento.

Scorrendo i profili dei candidati vi sono certamente professori dall’elevato profilo accademico e di ricerca, ed anche alcuni con significative esperienze di valutazione, ma il nodo sarà, appunto, che tipo di Agenzia si vorrà disegnare, e quale tipo di approccio alla valutazione privilegiare. Alcuni dei candidati hanno, ad esempio, posizioni apertamente favorevoli ad una forte spinta sul “merito” e l’eccellenza, cioè sulla retorica con cui stanno uccidendo da anni l’università italiana, annunciando di modernizzarla.

L’aver finalmente resi pubblici i profili dei candidati consentirà, quantomeno, di valutare le scelte che saranno fatte e, se i tempi lo consentiranno, provare anche ad influenzarle nel dibattito pubblico. Non mancheremo di far sentire al Ministro la nostra voce, e la nostra contrarietà a che si nominino figure in continuità politica, culturale o ideologica, con i disastri finora perpetrati dalla nostra Agenzia di valutazione.

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