L’uscita delle prime graduatorie per le borse di studio e per i posti letto ha fatto emergere in tutta la sua gravità il problema delle nuove modalità di calcolo dell’ISEE: migliaia di studenti hanno visto, a parità di condizioni, il proprio ISEE innalzarsi notevolmente, rimanendo di conseguenza esclusi dai benefici.
Abbiamo denunciato fin dall’inizio che l’applicazione del nuovo sistema, senza la previsione di correttivi alle soglie reddituali e patrimoniali per l’accesso, avrebbe privato decine di migliaia di studenti del diritto alla borsa di studio, e i dati delle graduatorie confermano purtroppo le nostre previsioni. Un mese fa abbiamo lanciato lo sportello on-line www.sosisee.it, che ha raccolto innumerevoli segnalazioni di studenti danneggiati dal nuovo sistema di calcolo, esclusi dall’accesso alla borsa o soggetti a pesanti aumenti delle tasse universitarie. Ma nonostante i nostri avvertimenti, il Ministero, le Regioni e le Università fino ad ora non hanno dato alcuna risposta a quella che rischia di diventare, a breve, una vera e propria emergenza sociale, con un terzo degli studenti privati della borsa di studio, e una crescita esponenziale dei contributi incamerati dagli atenei. Il problema è diventato improcrastibabile: serve un atto di responsabilità da parte del Governo, che deve immediatamente trovare una soluzione al disastro che si sta producendo.
Chiediamo che sia istituito un tavolo tra Ministero, Conferenza Stato-Regioni, ANDISU e Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari per gestire l’emergenza ed analizzare gli interventi da attuare per far fronte a questa drammatica situazione. I danni prodotti dall’introduzione del nuovo ISEE hanno già avuto degli effetti ingenti e pertanto è necessario porre in essere delle misure correttive. E’ necessario provvedere ad un’elaborazione condivisa per evitare il rischio concreto di peggiorare ulteriormente la situazione che si verificherà se si interverrà in maniera frettolosa o non coordinata. La situazione è infatti molto variegata nelle varie Regioni , con percentuali di copertura, livelli di finanziamento e regole specifiche diverse.
La premessa è certamente lo stanziamento di finanziamenti straordinari: chiediamo che il Governo provveda a stanziare 200 milioni di Euro nell’immediato, non soltanto per garantire la borsa agli idonei non beneficiari, presenti nonostante sia calato drasticamente il numero degli aventi diritto, ma anche per garantire i servizi a coloro che sono rimasti esclusi dai bandi per il superamento dei requisiti economici. Dovranno essere stabiliti criteri di ripartizione esclusivamente basati sul fabbisogno, cui deve accompagnarsi la rimodulazione per decreto della fasce massime ISEE ed ISPE. A ciò deve seguire la pubblicazione in tutte le Regioni di nuovi bandi per la concessione delle borse, cui possano accedere tutti gli studenti che rientrano nei nuovi requisiti, esclusi gli idonei beneficiari delle attuali graduatorie. Anche un intervento di questo tipo, che comunque necessita della massima condivisione con gli studenti, sarebbe solo una soluzione transitoria.
Sarà inoltre indispensabile per l’anno prossimo lavorare ad una vera riforma del sistema, includendo l’eliminazione dell’inutile indicatore patrimoniale ISPE, ormai completamente superato.
Il nuovo ISEE si è rivelato un ennesimo stratagemma per legittimare la contrazione del diritto allo studio nel nostro Paese. In una situazione in cui l’Italia è fanalino di coda in Europa per investimenti e per percentuale di studenti beneficiari dei servizi del diritto allo studio, non possiamo permettere che si prosegua sulla strada dello smantellamento di un diritto costituzionalmente garantito. Non soltanto sarà fondamentale stanziare ulteriori finanziamenti per porre rimedio alle emergenze, ma è necessario porre in essere un piano di investimenti con l’obiettivo di ampliare sempre di più la platea di studenti che accederà ai servizi.
L’investimento sul diritto allo studio è un investimento sul futuro del Paese. Solo garantendo a tutti la reale possibilità di accesso al sistema universitario si potrà riattivare quell’ascensore sociale fermo da anni ed abbattere le diseguaglianze, sempre più accentuate dalla crisi economica. Come studenti non possiamo più accettare un’università che diventa ogni giorno più chiusa, e lo dimostreremo scendendo in piazza fin da venerdì 9 ottobre al fianco della Rete degli Studenti Medi. Se non ci saranno risposte immediate da parte del Governo non potremo far altro che raccogliere la rabbia di decine di migliaia di studenti privati del proprio diritto al futuro e indirizzarla contro chi, colpevolmente, si rifiuta di tutelarli.
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