Con profondo sconforto apprendiamo la notizia dell’attentato di stamane alla stazione di Ankara, dove si stava svolgendo una manifestazione per la pace e la fine del conflitto contro il partito curdo del PKK, manifestazione convocata da sindacati, organizzazioni sociali e partiti filocurdi, tra cui l’Hdp. Secondo il Ministro della salute turco le due esplosioni hanno causato 86 morti e 186 feriti, di cui 28 gravi, numeri pericolosamente in crescita di ora in ora.
Come Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi siamo profondamente scossi per quello che è successo e per le vittime, colpevoli solamente di aver manifestato le loro idee, e che ci riporta alla mente la tragica analogia con l’attentato di Suruc della scorsa estate, in cui emerge chiaramente il pesante clima che in Turchia sta accompagnando il periodo che porterà alle elezioni del prossimo novembre.
Non possiamo assolutamente accettare una repressione di tale violenza nei confronti di chi chiede una società di pace, rispetto, di garanzia dei diritti e uguaglianza.
L’attentato terroristico non ha colpito solo la manifestazione e i suoi partecipanti, fra cui molti nostri coetanei, bensì anche il messaggio di speranza e di pace che da essa doveva essere lanciato. Un messaggio che dobbiamo difendere, in quanto fondamentale in questi giorni di estrema difficoltà per la popolazione curda e per quella turca, un grido di speranza che nessuna bomba deve poter tacere. Un messaggio di pace che abbiamo il dovere morale di condividere e di rilanciare, oggi e nei prossimi giorni, nelle nostre città, nelle nostre scuole e nelle nostre università.
Esprimiamo piena solidarietà ai familiari delle vittime, alla popolazione curda e a quella turca.
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