“Scuola24” ha riportato ieri le dichiarazioni del Ministro Giannini in merito alla proposta di affidare la gestione del diritto allo studio direttamente agli atenei, rintracciando come problema principale del sistema l’amministrazione stessa dei fondi per il diritto allo studio.
Dichiara Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari: “Ci troviamo di fronte all’ennesimo slogan fumoso di questo Governo. Dopo lo spot di Renzi dei ‘500 docenti’, il Ministro Giannini lancia la sua presunta soluzione per il diritto allo studio, soluzione che mette in secondo piano il tema dei finanziamenti, a dir poco esigui del nostro paese, focalizzando l’attenzione sulla questione della governance. È quantomeno riduttivo pensare che cambiando il soggetto erogatore si possa risolvere il problema alla radice, e questa uscita sembra piuttosto un pretesto per lanciare un attacco superficiale alle Regioni e agli enti per il diritto allo studio. Il Ministro, inoltre, dichiara che affidando la gestione del diritto allo studio alle Università, si risolverebbe il problema delle diseguaglianze tra Nord e Sud. Anche sotto questo punto di vista, la Giannini banalizza un problema che ha radici profonde. Dovrebbe essere evidente che il dramma del diritto allo studio in Italia non si esaurisce nella governance o nelle competenze, che pure andranno riviste, ma nel contesto di una reale volontà di investire sul diritto allo studio universitario”.
“Il Ministro Giannini”, conclude Jacopo Dionisio, “trova anche il tempo di dichiarare che slogan e temi degli studenti sono sempre gli stessi e auspica si vada ‘oltre’. Purtroppo ad essere sempre le stesse sono le politiche del governo, fatte di tagli scellerati e illogici criteri di ripartizione. Al contrario, come sindacato studentesco, da anni proponiamo soluzioni per superare l’attuale impianto del sistema del diritto allo studio, senza però che queste siano mai state accolte: chiediamo finanziamenti in grado di coprire il fabbisogno delle borse ed eliminare la peculiarità italiana degli idonei non beneficiari, oltre a rivendicare un diritto allo studio più inclusivo, che interessi una fascia di popolazione ben più ampia rispetto a quella attuale, perlomeno aumentando i finanziamenti e i livelli di copertura alla pari di Paesi europei quali Francia e Germania. Già dal tavolo del 16 ottobre, sulla crisi del nuovo ISEE, ci aspettiamo che il governo chiuda con gli slogan e sia realmente disponibile ad affrontare una discussione su proposte serie e concrete”.
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