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Come l’Unione degli UNiversitari denuncia da mesi, il nuovo ISEE, oltre a creare la figura degli “esodati” dal diritto allo studio e a provocare variazioni sui benefici ricevibili, determinerà grossi problemi anche per quanto riguarda la contribuzione studentesca. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, oltre all’incremento medio nel passaggio dal vecchio al nuovo ISEE del 10%, calcola che il 51,4% delle famiglie vedrà aumentare il valore dell’indicatore rispetto allo scorso anno.

Nel mese di febbraio avevamo denunciato questi problemi e avevamo presentato negli atenei una mozione, a salvaguardia degli studenti che saranno penalizzati dal nuovo metodo di calcolo ISEE, contenente due richieste per i bandi tasse dell’a.a. 2015/2016: l’inserimento di una clausola ad hoc nei regolamenti delle tasse per cui gli atenei, nell’assegnazione della fascia di contribuzione, non prendano in considerazione il valore della borsa di studio percepita negli anni precedenti e la creazione di tavoli di monitoraggio dell’impatto del nuovo sistema di calcolo della condizione economica, al fine di adottare i necessari accorgimenti per porre un freno alle tante problematiche derivanti dal nuovo ISEE.

L’Italia è saldamente al terzo posto nella classifica europea per la contribuzione media più alta: dal 2005 a oggi la media delle tasse universitarie sul territorio italiano è aumentata del 50% passando da 736,91 a 1112,35 euro. Addirittura nell’ultimo anno l’incremento è stato di ben 5 punti percentuali, l’aumento più alto degli ultimi cinque anni. Non è di certo un caso quindi che, sommato a un sistema di diritto allo studio insufficiente, il trend degli immatricolati nelle università sia negativo dall’anno accademico 2003/2004, e che nell’ultimo anno si sia verificato un calo negli iscritti rispetto all’anno precedente di ben 71.784 studenti.

Per le borse di studio i primi dati hanno già mostrato uno scenario allarmante. La percezione dell’impatto del nuovo ISEE sulla contribuzione è ancora bassa: la prima rata dell’anno è costituita da un importo fisso o è, eventualmente, influenzata dall’ISEE dell’anno precedente. Al calcolo della seconda rata delle tasse, che invece dipende dalla situazione economica attuale dello studente, molti universitari si troveranno faccia a faccia con l’aumento della contribuzione, senza che la loro situazione reddituale o patrimoniale sia variata minimamente rispetto allo scorso anno. Tutto ciò andrà anche ad impattare sulla quota di fondi provenienti dalla contribuzione studentesca calcolata dagli Atenei nei bilanci preventivi, rischiando di comportare lo sforamento della soglia del 20% di contribuzione studentesca rispetto al bilancio generale d’ateneo.

Gli studenti esodati, in quanto esclusi dalla borsa di studio, quest’anno non soltanto si troveranno a pagare le tasse universitarie, ma nel pagarle saranno ulteriormente penalizzati visto che nel calcolo del loro ISEE è considerato anche il valore della borsa di studio percepita l’anno precedente. Inoltre, la fetta di popolazione studentesca che fa riferimento a quel 51,4% di famiglie per cui il nuovo ISEE presenta valori più alti di quello dello scorso anno, rischia in modo diverso in base al bando di ateneo: nelle università con fasce per la contribuzione molto ampie c’è il rischio che intere “fette” di popolazione studentesche migrino di colpo nella fascia superiore, incappando in aumenti consistenti; negli atenei con fasce più ridotte, invece, è prevedibile una traslazione massiccia verso le fasce più alte.

Per questo presenteremo in ogni università una mozione per chiedere che i tavoli di monitoraggio già sollecitati a febbraio si attivino per svolgere un serio lavoro di analisi dello scenario della contribuzione studentesca negli atenei, e che a questo seguano azioni puntuali per tutelare, fin da quest’anno, gli studenti. Nello specifico, chiederemo che gli atenei escludano, ai fini della definizione dell’importo delle tasse da pagare, il valore della borsa di studio precedentemente percepita e considerata nel calcolo ISEE; l’altra richiesta riguarda l’adaguamento delle fasce e, in generale, dei sistemi di contribuzione, con il fine di evitare aggravi per quegli studenti che si trovano con un valore ISEE più elevato, e per evitare l’incremento, rispetto al passato, del gettito totale della contribuzione studentesca.

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