imageMesi di avvertimenti e richieste di chiarimenti a Università, Regione e Ministero non sono valse a nulla: ciò che da molto tempo temevamo si è concretizzato, all’uscita delle graduatorie provvisorie degli studenti richiedenti la borsa di studio.

Ciò che paventavamo infatti inascoltati da questa primavera, cioè un drastico innalzamento dei valori economici Isee e Ispe a parità di reddito delle famiglie, con conseguente diminuzione degli idonei alla borsa di studio, è emerso lunedì 9 Novembre in maniera lampante alla pubblicazione delle graduatorie provvisorie delle borse di studio: gli idonei alla borsa infatti, rispetto all’anno scorso, a parità di reddito sono diminuiti del 34% (2.817 gli idonei del 2014, 1.864 quelli del 2015).

Sono drasticamente calate anche le domande: si registra un 20% del calo dei richiedenti, in quanto a fronte di 5.942 richiedenti nel 2014 se ne registrano 4.802 per l’anno 2015. Anche questo dato va letto come conseguenza delle nuove modalità di calcolo dei redditi, in quanto moltissimi studenti e moltissime studentesse, sapendo di non rientrare nei criteri di reddito per la borsa, hanno rinunciato a presentarne la domanda.

Tali dati sono stati ottenuti sommando i valori di due graduatorie distinte: la prima riferita alle sole matricole, la seconda agli iscritti ad anni successivi il primo. Ci è stato riferito dagli uffici universitari del diritto allo studio che probabilmente alcuni studenti della seconda graduatoria rientreranno nell’idoneità, in quanto per un errore informatico in taluni casi non è stato calcolato il bonus di CFU previsto ai fini del rispetto dei criteri di merito per l’accesso alla borsa.

Nonostante ciò, anche se analizzassimo solamente i dati della prima graduatoria (i cui numeri non possono essere inficiati dall’errore di sistema, in quanto per le matricole non si prevede ovviamente il rispetto della soglia minima di CFU), emerge che la diminuzione degli idonei si assesta comunque al 28%: infatti le matricole idonee nel 2014 erano 957, mentre quest’anno sono 680.

“Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza” – sottolinea Maria Giovanna Sandri, coordinatrice di UDU Verona “anche se definire questa situazione emergenza mi provoca parecchia amarezza, considerato che era largamente prevedibile: la annunciavamo infatti da mesi, ma nessuno ha voluto prestarci ascolto e prendere le misure necessarie. L’effetto è che l’Università di Verona quest’anno conta ben 1.000 studenti idonei alla borsa in meno rispetto all’anno scorso. Si tratta nella totalità di casi di studenti e famiglie che difficilmente potranno affrontare le spese universitarie, e il rischio concreto è che in molti siano costretti ad abbandonare il proprio percorso di studi. Sarà soddisfatto chi ha introdotto questo nuovo metodo di calcolo, colpendo ancora una volta il già fragile sistema del Diritto allo Studio e aumentando le disuguaglianze; è noto che la risposta alla mancata volontà politica da parte dei governi di investire in istruzione da decenni non sia quella di invertire rotta e garantire finalmente i diritti, bensì quella di ridurre la platea degli idonei, lasciando il sistema costantemente sotto-finanziato.

Alla luce di tutto ciò non solo pretendiamo che lo Stato inizi ad affrontare il tema del Diritto allo Studio finanziandolo, partendo da ora con uno stanziamento straordinario, ma anche auspichiamo che la Regione Veneto riapra i bandi, affinché possano rientrarvi tutti coloro che sono stati esclusi, aumentando contestualmente le soglie di Isee e Ispe massime per il rispetto del criterio economico d’idoneità”.

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