L’UdU aderisce al documento dell’intersidacale, per richiedere una risposta immediata ai tanti problemi dell’università italiana. Il Governo finora ha ignorato le precise e forti richieste delle varie componenti del mondo universitario, anzi, con il disegno di legge di stabilità, sembra avere tutta l’intenzione di proseguire nel suo progetto di smantellamento dell’università pubblica. Nessun investimento sul diritto allo studio, nessuna misura per ridurre la precarizzazione, ancora tagli.
Tutte le componenti del mondo universitario ribadiscono la necessità e l’urgenza di risposte adeguate!
E’ indetta per il 1 dicembre una giornata nazionale di discussione negli atenei e un’assemblea nazionale a Roma, per ribadire, ancora una volta, che tutte le componenti del mondo universitario pretendono risposte urgenti ed immediate ai tanti problemi che affliggono l’università italiana.
Di seguito, il documento unitario dell’intesindacale:
1 DICEMBRE 2015
GIORNATA NAZIONALE DI DISCUSSIONE NEGLI ATENEI
ASSEMBLEA NAZIONALE A ROMA
Nell’Università italiana si riduce drammaticamente il numero degli studenti e dei laureati, si demolisce il diritto allo studio, aumentano i precari e diminuiscono i docenti di ruolo, si peggiorano le condizioni per lo svolgimento dell’attività didattica e di ricerca dei docenti ai quali viene negato il giusto riconoscimento retributivo, non si rinnova il contratto al personale tecnico-amministrativo.
In questo contesto è in corso negli Atenei una crescente mobilitazione con il rifiuto di collaborare all’esercizio della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR).
Oltre alla richiesta dello sblocco degli scatti e del ripristino del livello di classi che i docenti avrebbero maturato in questi anni, la protesta sta ora riguardando anche tutte le altre questioni che richiedono un intervento urgente per impedire la definitiva demolizione dell’Università e per consentirne il rilancio. La protesta sta coinvolgendo anche molti Organi accademici (Dipartimenti, Senati Accademici, Consigli di Amministrazione) e ha avuto il riconoscimento del CUN che, insieme alla CRUI, ha chiesto la sospensione e la revisione delle procedure della VQR.
Alle precise e forti richieste che emergono dal mondo universitario il Governo finora ha dato risposte insufficienti (sblocco degli scatti senza il ripristino del livello di classi, 1000 posti di RTDb (Ricercatori a Tempo Determinato di tipo b) o che addirittura vanno nella direzione opposta (500 posti di professori ‘speciali’, eliminazione di ogni limite ai posti di RTDa (Ricercatori a Tempo Determinato di tipo a), istituzione di un costosissimo polo di ricerca controllato dall’IIT), blocco delle risorse per la contrattazione integrativa per il personale TAB e delle progressioni di carriera, esclusione dei ricercatori a tempo determinato dalla possibilità di essere coordinatori scientifici nei progetti PRIN.
Le Organizzazioni universitari rappresentative di tutte le componenti (professori, ricercatori, precari, tecnico-amministrativi, studenti) ribadiscono la necessità di una risposta adeguata ai problemi più urgenti dell’Università:
DIRITTO ALLO STUDIO E DOTTORATI
E’ necessario un investimento consistente sul diritto allo studio (totalmente assente nell’attuale testo della Legge di stabilità) che preveda l’assegnazione delle borse di studio a tutti gli aventi diritto, allargando l’attuale platea, e l’eliminazione delle gravi storture derivate dal nuovo ISEE che hanno prodotto l’esclusione dalle borse decine di migliaia di studenti.
E’ altresì necessaria la copertura delle borse di dottorato per tutti i posti banditi.
ELIMINAZIONE DEL PRECARIATO E NUOVO RECLUTAMENTO
I 1000 posti di RTDb previsti dalla Legge di stabilità sono assolutamente insufficienti a fronte degli oltre 40000 attuali precari e alla perdita di circa 20000 posti di docenti di ruolo che si registrerà nei prossimi anni. A questo va aggiunto che con l’eliminazione di ogni limite al bando di RTDa si consoliderà quanto previsto dalla legge 240 del 2010: sostituire i ricercatori di ruolo (messi ad esaurimento) con migliaia di ricercatori precari obbligati a svolgere didattica e ricerca come i professori. Al contrario, bisogna dare sbocchi agli attuali precari bandendo 20000 posti di ruolo (4000 all’anno per i prossimi cinque anni), con la proroga delle attuali posizioni fino all’espletamento dei concorsi per i posti di ruolo). Va inoltre contestualmente prevista un’unica nuova figura di pre-ruolo, prevedendo che il numero di questi contratti sia rapportato al numero dei posti di ruolo programmati.
SBLOCCO DELLE RETRIBUZIONI E DELLE PROGRESSIONI DEI DOCENTI
Il bando di 500 posti di professori eccellenti, con la delega in bianco al Governo di stabilire procedure di reclutamento e stato giuridico comunque diversi da quelli degli attuali professori, vanno nella direzione opposta alla richiesta del docente unico, con uguali mansioni e uguali diritti e doveri. La somma prevista per questa operazione-spot (adeguatamente aumentata) dovrebbe essere invece utilizzata per sbloccare le classi stipendiali, per il recupero – giuridico ed economico – di quanto perso in questi anni, e per coprire nazionalmente il costo degli avanzamenti di carriera dei docenti universitari.
RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO
Per il personale tecnico-amministrativo si chiede il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro (scaduto dal 2009!), con il recupero degli oltre 6.000 euro persi in media dai lavoratori dal 2009 ad oggi., e l’eliminazione dei vincoli alla contrattazione decentrata e alle progressioni.
NUOVO CENTRO DI RICERCA A MILANO E FINANZIAMENTO DELL’UNIVERSITA’
Il progetto di stanziare 1500 milioni in dieci anni per costituire a Milano un nuovo centro di ricerca sotto il controllo dell’IIT di Genova, ripropone un ‘modello’ e una procedura assolutamente non trasparente di allocazione di ingenti risorse nella ricerca finanziata dallo Stato, senza il coinvolgimento diretto e la valorizzazione della comunità universitaria, mentre si torna a dare spazio ai soliti interessi confindustriali. Con questa scelta si va nella direzione di una ricerca (e del suo controllo) sempre più esterna all’Università, con costi immensi e a discapito del finanziamento degli Atenei, ridotti in condizioni tali da non potere più assicurare una elevata qualità di insegnamento e di ricerca, necessaria per il rilancio dello sviluppo sociale ed economico del Paese.
INIZIATIVE PROPOSTE DALL’INTERSINDACALE
1. Si elaboreranno emendamenti che saranno proposti durante l’iter parlamentare della Legge di stabilità e di altri provvedimenti riguardanti l’Università.
2. Si chiederanno audizioni e incontri a livello politico-parlamentare per illustrare il documento e gli emendamenti.
3. E’ indetta una giornata nazionale di discussione negli atenei per martedì 1 dicembre 2015.
4. Si terrà a Roma, alle 14.30 di martedì 1 dicembre 2015, presso il Rettorato della Sapienza, un’Assemblea nazionale, con Conferenza stampa, alla quale saranno invitati a partecipare i Parlamentari e i Partiti.
ADI, ANDU, ARTeD, CISL-Università, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, CRNSU, Federazione UGL Università, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS-Docenti, UDU, UIL RUA
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