11406389_420979528084316_6412806126482706342_oL’ente per il diritto allo studio universitario Laziodisu ha pubblicato nella giornata odierna le graduatorie definitive per le borse di studio nel Lazio.

“Il dato emerso dalla nostra analisi – dichiara David De Concilio, coordinatore dell’UDU Roma – si conferma in linea con i numeri relativi ai posti alloggio. Ben 9427 richiedenti su 24091 risultano esclusi dalla borsa di studio, pari al 39% del totale. Si tratta di un vero e proprio esodo, in linea con il trend nazionale, dovuto alle incertezze e alle difficoltà burocratiche causate dal nuovo calcolo ISEE. Il 40,4% dei richiedenti, infatti, è stato escluso per motivi formali e un ulteriore 7,6% per disattenzione. La maggior parte delle esclusioni, tuttavia, è dovuta a motivi economici, ossia al superamento dei tetti massimi relativi all’ISEE e all’ISP: si tratta di 1544 studenti, pari al 38,5% del totale, con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno. La situazione si aggrava ulteriormente esaminando il numeri di reali vincitori della borsa: su 14664 idonei, soltanto 11081 hanno ottenuto realmente il beneficio, a causa della mancanza di risorse per i continui tagli governativi”.

Continua De Concilio: “Riteniamo che alla luce di quanto emerso, si rendano necessari interventi urgenti per far fronte a questo esodo, che al momento rischia di lasciare migliaia di studenti privi dei mezzi per proseguire i propri studi. Circa 2753 richiedenti (il 53%), infatti, sono stati esclusi per motivi burocratici facilmente sanabili, dovuti alle nuove modalità di presentazione. Per ulteriori 175 studenti esclusi per motivi economici, inoltre, sarebbe possibile una loro riammissione aumentando i massimali ISEE e ISP previsti dal bando Laziodisu fino al massimo consentito dal MIUR. Chiediamo dunque che per tutti costoro si proceda a una sanatoria, attraverso la remissione in termini per la produzione della documentazione necessaria ed attraverso l’innalzamento del tetto massimo ISP e ISEE per l’accesso alle borse.
Per un ulteriore 47% di studenti è necessario adottare misure e correttivi ad hoc che possano rimediare al superamento dei massimali. Chiediamo al riguardo un tavolo tecnico concertato tra il Vicepresidente Smeriglio, Laziodisu, le Università e gli studenti per valutare la predisposizione di strumenti idonei, come ad esempio la creazione di bandi specifici per l’accesso diretto ai servizi erogati e l’istituzione da parte degli atenei di una no-tax area per i redditi bassi, che allevi il peso della contribuzione studentesca per quanti risultano immotivatamente esodati”.

Conclude De Concilio: “L’emergenza ISEE rappresenta l’ennesimo colpo al diritto allo studio, già penalizzato dall’assenza di finanziamenti. Migliaia di studenti a causa del nuovo calcolo sono stati privati del diritto garantito dall’art. 34 della nostra Costituzione, pur senza aver avuto reali incrementi patrimoniali. A fronte di un forte disinvestimento dello Stato, il sistema del DSU è sempre più finanziato dagli studenti stessi, attraverso la tassa regionale a ciò preposta, aggravando così specialmente la contribuzione delle fasce deboli della società, già duramente colpite dalla crisi economica. Malgrado gli sforzi della Regione Lazio di impegnare più risorse per le borse di studio, in controtendenza con il trend nazionale, la mancanza di interventi finanziari strutturali dello Stato ha determinato l’aggravarsi di questa situazione. Si tratta di una condizione drammatica che richiede innanzitutto nuovi investimenti statali sul DSU, già nella prossima manovra finanziaria. In questa ottica non bastano gli annunci recenti di Renzi, che promette 50 nuovi miliardi sul diritto allo studio, a fronte dei 200 necessari per risanare il sistema. Il governo, nonostante le nostre mobilitazioni e le nostre richieste sembra che sia più attento a pensare al nuovo spot, piuttosto che risolvere l’emergenza ISEE e il problema oramai strutturale del sottofinanziamento universitario e del diritto allo studio. Chiediamo che almeno in fase di discussione della legge di stabilità in Parlamento si intervenga in modo decisivo sull’università e che il governo ascolti le organizzazioni studentesche. Lo chiediamo non solo per il bene di noi studenti ma per tutto il Paese”

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