meridione1 (1)È stato presentato oggi a Palermo il Rapporto 2015 della Fondazione RES, dal titolo “Nuovi divari. Un’indagine sulle università del Nord e del Sud”. Il rapporto permette di ricostruire in maniera puntuale lo stato del sistema universitario italiano, denunciando non solo l’arretratezza del nostro Paese rispetto agli altri paesi OCSE, ma soprattutto una profonda divisione tra il Sud e il resto dell’Italia.

Dichiara Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari: “Il quadro disegnato dal Rapporto RES evidenzia la situazione emergenziale dell’università italiana, con picchi assai drammatici nel meridione. Vengono illustrati dati ed analisi interessanti e condivisibili, a partire dal numero dei laureati: 4 regioni del Sud sono fra le ultime 10 nella graduatoria delle regioni europee. Altro dato allarmante è quello sulla mobilità degli studenti: quasi il 30% degli studenti meridionali si immatricola in una città diversa da quella di provenienza e di questi il 40% si sposta al Nord, e il 40% al Centro. Secondo il rapporto, le cause principali di questo dato risiedono nelle scarse infrastrutture che permettono la mobilità interna al mezzogiorno, nelle prospettive occupazionali migliori in altre aree del Paese e nelle carenti politiche di cittadinanza studentesca.”

Continua Dionisio: “Il rapporto analizza anche il tasso di abbandono universitario che nel Sud si attesta al 17,5%, con punte del 25%, contro il 12% del Nord. Tra le cause, oltre all’assenza e alla scarsa qualità dei servizi offerti vi sono senza dubbio anche le carenze strutturali del diritto allo studio. Come evidenziato dalla nostra indagine le regioni del Sud vi investono circa 40€ per studente, la metà del Nord: al Sud gli studenti finanziano di tasca propria più del 50% del diritto allo studio. Anche la ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario ha contribuito ad aumentare la forbice tra atenei del Nord e atenei del centro-sud: questi hanno perso il 12%, con picchi di oltre il 20% nelle isole, contro il 4, 3% perso dalle università del Nord.”

Conclude il coordinatore nazionale dell’UDU: “Interessante notare come l’analisi del Rapporto RES 2015 sia sotto moltissimi aspetti in linea con quella della nostra organizzazione: addirittura per quanto riguarda la tassazione studentesca, sono ripresi i dati da noi elaborati e si arriva alla nostra stessa proposta di un nuovo modello di tassazione. Noi lo denunciamo da tempo e sempre più studi ed analisi ci danno ragione: è necessario un programma pluriennale per il rilancio dell’università italiana, specie nel mezzogiorno, che porti ad una ridefinizione del sistema, che elimini le storture che fino ad ora hanno penalizzato il meridione e che preveda obbiettivi chiari a cui dare continuità negli anni, senza far susseguire riforme scellerate e completamente sconnesse tra loro. Per questo continueremo la nostra campagna sulla “questione meridionale”, realizzando una serie di iniziative in tutt’Italia: come studenti vogliamo essere attori protagonisti del cambiamento. Scuola, università e diritti sono i punti di partenza per il rilancio del Meridione e di tutto il Paese.”

 

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