Il 3 febbraio il giudice civile di Caltanissetta ha confermato la legittimità dei corsi di Medicina e professioni Sanitarie dell’università romena Dunarea de Jos di Galati promossi dal Fondo Proserpina, interfaccia all’università di Enna dell’ateneo romeno, rigettando il ricorso presentato dal MIUR.
Giovanni Timpanaro, coordinatore Udu Catania, dichiara: “Nel giorno in cui a 9000 studenti, dopo le vittorie dei nostri ricorsi e la loro ammissione soprannumeraria, è stata sciolta la riserva e consolidata la posizione per aver dimostrato i propri meriti sul campo, il MIUR si vede respingere un ricorso contro il corso di laurea privato di Medicina ad Enna. Questo rischia di aprire un pericoloso precedente: il corso di Enna rischia infatti di diventare una facile scorciatoia per chi ha le capacità economiche e vuole bypassare la lotteria del test.”
“Ancora una volta i livelli più alti dell’istruzione in Italia sono accessibili alle famiglie ricche”, rilancia Angelo Nuzzo, coordinatore Udu Palermo, “stiamo assistendo alla mortificazione del diritto allo studio: un Ministero miope, incapace di dare legittimità ad un diritto garantito dalla costituzione, da un lato pensa di ridurre i posti a Medicina sotto le continue pressione dell’Ordine Professionale dei Medici, e dall’altro viene sconfitto in un aula giudiziaria.”
Conclude Francesco Russo, coordinatore UDU Messina: “Se la direzione dell’Europa è quella che ribadisce il giudice nella sentenza è arrivato il momento di cambiare rotta aprendo il numero chiuso, In Sicilia il diritto allo studio è diventata una battaglia interna al PD, ad oggi vinta dall’On. Crisafulli. Ormai la questione Enna non può rimanere dentro le sfere giuridiche, o peggio dentro semplici beghe di partito, ma deve essere il punto di partenza per ripristinare la legalità all’interno del nostro sistema Universitario. In questi anni, il numero chiuso e il numero programmato, sommati ad anni di tagli, stanno sancendo la morte dell’Università pubblica. E’ arrivato il momento di consentire a tutti di poter studiare e non solo a chi può permettersi 9000 euro di tassa d’iscrizione.”
Infine rilanciano insieme le tre Udu Siciliane: “Il grande sconfitto di questa storia è l’Onorevole Faraone che appare incapace di valorizzare il suo doppio ruolo di sottosegretario del Miur e dirigente del partito democratico siciliano, rimanendoci anzi incartato dentro. Questa sentenza non fa altro che complicare una vicenda che lo vedeva, da sottosegretario, affermare a mezzo stampa l’illegittimità del corso rumeno proprio mentre il governo di maggioranza di cui fa parte e l’assessore Baldo Gucciardi, ex capogruppo PD, sottoscrivevano una convenzione per lo svolgimento dei tirocini del corso presso le strutture sanitarie regionali, avallandone di fatto la nascita. Riteniamo necessario che chi ricopre un ruolo di vertice nel MIUR si batta in tutte le sedi per l’università pubblica, libera, democratica e accessibile, non prestandosi a questi teatrini politico-giudiziari.”
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