301992_516274078430401_1637940401_nIl Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha appena pubblicato il DM con il quale adegua all’inflazione la tassa minima d’iscrizione all’università, portandola da 199,58 a 201,58 euro.

Jacopo Dionisio, coordinatore dell’Unione degli Universitari, dichiara: “La tassa di iscrizione indicata dal ministero è solo una delle tante voci che compongono la tassazione studentesca. L’aumento di questa componente è solo la punta dell’iceberg, e si inserisce in un contesto già estremamente sfavorevole per gli studenti: le tasse universitarie sono aumentate di oltre il 50% negli ultimi dieci anni, e con una tassazione media di oltre 1200 euro siamo saldamente ancorati al terzo posto per le tasse più alte in Europa”.

Conclude il coordinatore dell’UDU: “Gli studenti stanno ancora subendo le conseguenze dei tagli della Legge 133 del 2008 di Tremonti, della Legge 240 del 2010 del Ministro Gelmini e della liberalizzazione delle tasse universitarie apportata da Monti, tutti provvedimenti che hanno determinato un aumento significativo della tassazione studentesca e del suo peso nel finanziamento delle università. Ad aggravare la situazione è inoltre subentrato il nuovo ISEE, che, avendo determinato un arricchimento, solo nominale, degli studenti, ha portato ad un generale aumento delle tasse pagate. Con una recente sentenza del Consigli di Stato, è anche stata riconosciuta in via definitiva l’illegittimità dello sforamento del tetto del 20% della contribuzione studentesca rispetto al Fondo di Finanziamento Ordinario, con obbligo di rimborso delle tasse agli studenti. Quello che chiediamo, pertanto, è che sia rifinanziato il sistema e che sia regolamentata la contribuzione a livello nazionale, determinandone un suo stanziale abbassamento, per poter abbattere gli ostacoli di carattere socio-economico che gli studenti si trovano a fronteggiare per accedere all’università. L’ora degli slogan è finita, il Governo deve attivarsi subito”.

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