Sono di pochi giorni fa le quattro sentenze del TAR del Lazio che ammettono definitivamente al corso di laurea in medicina ed odontoiatria gli studenti non comunitari che non avevano superato la soglia minima al test. Il TAR nelle motivazioni dei provvedimenti, relativi ai soli ricorsi promossi dall’Unione degli Universitari e patrocinati dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, censura apertamente il limite minimo di 20 punti previsto per il superamento del test e ammonisce il Ministero sull’illegittima chiusura della graduatoria che ha determinato la presenza di posti ancora disponibili. A parere del Collegio del Tar, difatti, ‘l’utilizzo integrale dei posti disponibili deve, comunque, essere il fine ultimo della selezione per favorire il più possibile la domanda di formazione professionale, anche in relazione agli artt. 33 e 34 Cost., e fornire alla collettività un numero di studenti adeguato alle strutture che impone la piena utilizzazione delle medesime’ “.
Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Viene confermato dal TAR quanto denunciato da noi negli ultimi anni, ovvero l’illegittimità della soglia, troppo elevata, e, in particolare per l’annualità 2015-2016, della presenza di numerosi posti disponibili e non coperti anche tra quelli da assegnare agli studenti comunitari. Nel caso di specie è lo stesso TAR a fornire una soluzione al problema, facendo appello a quanto definito nella Costituzione all’articolo 34 e affermando che il MIUR avrebbe dovuto considerare la possibilità di una mancata copertura dei posti con la conseguente esigenza di procedere allo scorrimento della graduatoria fino al completo esaurimento della stessa nella sua interezza; in tal modo il Collegio non solo ritiene illegittimo il bando di concorso dello scorso anno, ma anche il bando del nuovo concorso”.
Continua Marchetti: “Quanto affermato nelle sentenze è di fondamentale importanza e detta principi di ordine generale estendibili a tutti i corsi di laurea e a tutte le categorie di studenti anche perché, come prosegue il TAR ‘deve, infatti, essere valorizzato il principio di ordine generale secondo cui, nell’ambito della programmazione di posti accessibili per la formazione universitaria, ferma la legittimità dell’introduzione, anche sotto i profili del diritto comunitario, del c.d. “numero chiuso’, deve essere primariamente valorizzato il contingentamento degli accessi in relazione al “fabbisogno” individuato relativamente alle strutture disponibili, proporzionato all’offerta formativa degli Atenei e non tanto al raggiungimento di un punteggio minimo conseguito nel testi”.
Conclude la coordinatrice dell’UDU: “È l’ennesimo colpo inflitto ad un sistema profondamente ingiusto come è quello attuale di programmazione dell’accesso: viene confermato quanto noi denunciamo da tempo, ossia come sia doveroso lo scorrimento delle graduatorie fino alla copertura totale dei posti messi a bando. Questo deve spingere il MIUR ad una seria riflessione: chiediamo che siano riaperte le graduatorie e che venga finalmente convocato un tavolo che coinvolga gli studenti e che si ponga l’obbiettivo di andare verso un sistema a libero accesso.”
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