bulabulabulaÈ di oggi la notizia riportata dal Sole24 ore: “Super borse di studio e «no tax area», si apre il cantiere della manovra”. Nell’articolo viene riportata la volontà del Governo  di prevedere Il rinnovo anche per il prossimo anno del bonus cultura da 500 euro per i diciottenni, 50 milioni per il diritto allo studio, la possibile introduzione di una «no tax area» per chi si iscrive all’università per cercare di frenare l’emorragia di immatricolazioni e in più delle «super borse» di studio per i ragazzi di talento e bisognosi.

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli universitari, dichiara: “E’ apprezzabile la volontà del governo di intervenire su un sistema universitario sempre più al collasso, ma riteniamo che gli interventi finora trapelati siano troppo timidi: si tratta infatti di misure completamente insufficienti, che non tengono conto di come in Italia sia necessario un intervento strutturale nel diritto allo studio che permetta a tutti quegli studenti che rimangono esclusi dai più alti gradi di istruzione di potervi accedere. Cinquanta milioni nel fondo integrativo statale non bastano: abbiamo denunciato più volte come siano necessari ulteriori 200 milioni per eliminare la figura tutta italiana degli idonei non beneficiari e avvicinarsi così alle medie europee relativamente alla platea di studenti raggiunti.”

Continua Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Sembra essere confermato anche per il prossimo anno il bonus dei cinquecento euro per i neo diciottenni, il bonus non è un reale investimento in cultura ma una misura una tantum che assomiglia a una paghetta. Inoltre la manovra manca completamente di un’idea collettiva e sociale di cultura e lascia lo studente solo nella fruizione di quest’ultima senza esprimere al meglio le sue diverse potenzialità. Anche la previsione di “super borse” parte dalla valutazione corretta che molti studenti in situazioni economiche particolarmente problematiche abbiano bisogno di risorse consistenti per coprire tutte le spese di un intero anno accademico: dalle tasse fino al vitto e all’alloggio. È profondamente sbagliato però pensare di prevedere tale intervento sulla base di criteri premiali, che tengano conto unicamente di una carriera scolastica pregressa o di un test svolto a fino anno scolastico. Se si vuole davvero che il tasso di passaggio tra scuole superiori ed università aumenti significativamente, c’è bisogno di interventi strutturali, di un orientamento efficace e di un vero welfare studentesco”.

Prosegue la coordinatrice dell’UDU: “Da tempo chiediamo come Unione degli Universitari che sia rivisto il sistema di tassazione del mondo universitario, partendo dall’introduzione in tutta Italia di una no tax area reale ed uniforme. Dopo una lunga discussione e i lunghi lavori del Parlamento, quindi, accogliamo positivamente la volontà di intervenire sul tema attraverso questa legge di stabilità, ma riteniamo che sulla determinazione della soglia vada fatto un ragionamento molto approfondito, che sia in grado di valutare quale importo sia effettivamente capace di aiutare gli studenti che si trovano in difficoltà. La soglia indicata (tra i dodici e i quindici mila euro) rischia di essere troppo bassa. È indispensabile che il Governo indichi chiaramente in che modo verrà trovata la copertura economica per tale misura, senza che questa ricada direttamente sulle casse degli atenei, già in difficoltà”.

Concludono Marchetti e Manfreda: “ Se il Governo ha realmente intenzione di aprire un “cantiere” su questi temi, riteniamo che sia imprescindibile il confronto con i destinatari finali di tali misure: gli studenti. Non vogliamo che questa legge di stabilità sia l’ennesima occasione persa: non servono misure spot, ma pianificazione ed interventi strutturali. Il Governo ascolti le proposte di chi gli studenti li rappresenta: si apra subito un confronto con le organizzazioni studentesche.”

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