Oggi si sta svolgendo il primo “Fertility Day, Giornata nazionale dedicata all’informazione e formazione sulla fertilità umana”, evento creato dal Governo Renzi durante l’estate.

Sul sito internet dell’iniziativa si legge che “la giornata è promossa dal Ministero della Salute per aumentare, soprattutto nei giovani, la conoscenza sulla propria salute riproduttiva e per fornire strumenti utili a tutelare la fertilità attraverso la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura delle malattie che possono comprometterla e le tecniche di Procreazione medicalmente assistita”.

Nei fatti, il “Fertility Day” è stato impostato come una campagna propagandistica, tutt’altro che supportata da una programmazione reale e scientifica, con una campagna comunicativa infelicemente salita alle cronache per i suoi caratteri offensivi e discriminatori, accompagnati da contenuti approssimativi e slogan: l’insieme di questi elementi risulta assai grave a fronte del fatto che l’iniziativa è promossa dal Ministero della Salute.

La campagna comunicativa iniziale è risultata disastrosa, con l’esasperazione del messaggio di “fertilità a scadenza”. La nuova campagna grafica, utilizzata anche per l’impaginazione degli opuscoli, oltre a contenere ulteriori messaggi discriminatori, è inquietante da un punto di vista delle immagini trasmesse: la scritta “Le buone abitudini da promuovere” è accompagnata ad una foto di due ragazze abbracciate a due ragazzi, con colore dei capelli perfettamente alternati e sorriso pubblicitario sul volto; in contrapposizione vengono configurati i “cattivi compagni da abbandonare”, due ragazzi, di cui uno di colore, e due ragazze, una con una sigaretta tra le labbra e una intenta a scaldare un bong. L’intento di riparare la campagna comunicativa sembra tutt’altro che raggiunto, non solo dal punto di vista grafico, ma anche nei contenuti degli opuscoli prodotti: oltre a riportare dati vaghi o dichiaratamente non univoci, la guida “Stili di vita corretti per la prevenzione della sterilità e della fertilità” inserisce vari usi e consumi negativi espressi in modo tendenzioso e non sicuramente scientifico.

Il filone velatamente sessista-razzista già profilato nella prima parte della campagna prosegue qui, passando da un messaggio di necessità riproduttive ‘per la Patria’ a un messaggio per cui la sorridente coppia eterosessuale al mare è contrapposta a un gruppo eterogeneo che fa uso di stupefacenti chiusa in un seminterrato.

L’espresso intento provocatorio della Ministra Lorenzin è sfociato nella discriminazione e nell’offesa, visto che l’ostacolo principale alla genitorialità attualmente risulta essere il contesto socio-economico dell’individuo. E’ indicativo prendere in considerazione quanto a noi studenti è più vicino, il diritto allo studio, che non prevede alcun tipo di tutela riguardante la genitorialità, e che nei percorsi accademici post-laurea non garantisce la maternità.

Andando ad analizzare il contesto generale, le dimissioni in bianco fatte firmare alle donne assunte nei luoghi di lavoro sono ancora un tema all’ordine del giorno. I NEET (Not in Education, Employment or Training) sono passati dal 20,9% del 2005 al 27,3% del 2015 e la disoccupazione giovanile è passata dal 19,4% del 2007 al 37,9% di fine 2015, a fronte di una media dell’Eurozona del 22%. Se un tempo si poteva parlare di difficoltà economico-sociali prodotte dalla crisi, oggi il Governo deve assumersi la responsabilità di una totale inattività di fronte a queste situazioni problematiche che permangono nel tempo. Il Ministero si pone il problema della creatività ma non quello della sostenibilità dell’economia familiare e non fa nulla sul piano delle politiche sociali.

Nel contenuto dei materiali prodotti, inoltre, risulta assai superficiale l’analisi della tutela dei diritti alla genitorialità: in primis ci si riferisce quasi unicamente alla fertilità e alla genitorialità femminile, mentre il tema della paternità compare assai raramente.

Il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, frutto della Costituzione e alla base del progresso, seppur limitato, della legislazione del nostro Paese, viene ignorato in questa campagna. È sicuramente necessario che il Ministero della Salute si esprima su temi importanti come la fertilità con attenzione, precisione scientifica e una reale programmazione: è impensabile risolvere l’ignoranza su un tema con una campagna fatta di slogan e un’iniziativa celebrativa di un giorno. Riteniamo inaccettabile, inoltre, la reazione istituzionale a questa campagna. Gli esponenti del Governo e di gran parte della politica sono rimasti muti. Non soltanto chiediamo una, seppur tardiva, condanna, ma pretendiamo che vi sia un impegno serio di tutto il Governo su questi temi. A partire innanzitutto dall’implementazione dell’educazione sessuale all’interno del sistema educativo, fino alla messa in pratica di politiche volte alla rimozione degli ostacoli socio-economici alla base della libertà di scelta e dell’autodeterminazione.

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