industria-4-0Un emendamento approvato in extremis in Commissione Bilancio, prima dell’approvazione della Legge di Bilancio 2017 alla Camera dei Deputati, ha istituito un fondo da 30 milioni di euro, per due anni, per la creazione dei “Competence Center” del Piano nazionale Industria 4.0. Secondo le slides del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), visto che ancora non esiste alcun altro riferimento normativo, i “Competence Center” dovrebbero essere gli snodi territoriali in cui dovrebbero incontrarsi università e imprese nel già annunciato modello di governance pubblico-privato.

Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Leggendo l’emendamento approvato sorgono ancor più dubbi di quanti ne avessimo prima riguardo il coinvolgimento dell’Università all’interno del Piano nazionale Industria 4.0: la costituzione e il finanziamento dei cosiddetti ‘Competence Center’, infatti, avverrà attraverso un decreto del MISE, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Non si fa parola di alcun passaggio programmato con il MIUR. Questi ‘centri di competenza ad alta specializzazione’, inoltre, dovranno essere istituiti nella ‘forma del partenariato pubblico-privato’ e avranno lo ‘scopo di promuovere e realizzare progetti di ricerca applicata, di trasferimento tecnologico e di formazione su tecnologie avanzate’ nel quadro del Piano nazionale Industria 4.0”.

Prosegue la coordinatrice dell’UDU: “Ci sembra assai riduttivo ridurre gli obiettivi di questi presunti snodi territoriali di Industria 4.0 al mero trasferimento tecnologico e alla ricerca applicata, in quanto questi rischiano quanto questi, a priori, eliminano la possibilità per intere università di poter entrare a far parte dei Competence Center stessi o pregiudicano una loro inclusione all’interno degli stessi con una certa influenza scientifica. I “Competence Center” così come introdotti dalla Legge di Bilancio non potranno essere in grado di valorizzare e sfruttare il potenziale dell’intero sistema universitario: non si fa minima menzione della Ricerca di Base, né di politiche di cooperazione tra università, né tantomeno, alla Terza Missione nella sua interezza (della quale viene citato come unico obiettivo il mero trasferimento tecnologico)”.

Conclude Elisa Marchetti: “Il Piano nazionale Industria 4.0 è presente in Legge di Bilancio solamente a pezzi: ammortamenti, iper-ammortamenti e super-ammortamenti finalizzati a innovazione e sviluppo; una brevissima citazione tra le finalità della folle competizione tra i “dipartimenti di eccellenza”; e ora viene introdotta questo finanziamento sui ‘Competence Center’. Le slides finora esposte sembrano avere ben poca tangibilità, ancor più se i fondi risultano così pochi, eccezion fatta per gli incentivi, e le norme introdotte risultano avere una progettualità assai limitata e non vanno a finanziare minimamente aspetti basilari come il finanziamento della Ricerca universitaria, in particolare quella di Base, e l’innovazione della didattica su tutto il territorio nazionale, attraverso il rifinanziamento sostanziale del sistema universitario, andando ad assottigliare fino ad eliminare le disuguaglianze presenti sul territorio nazionale. Temiamo che questa si riveli l’ennesima occasione persa per dare centralità al ruolo dell’Università nel sistema economico e sociale del Paese”.

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