photo_2016-11-29_14-49-39Le associazioni Rete degli Studenti Medi del Veneto, Unione degli Universitari di Padova, Unione degli Universitari Verona, Unione degli Universitari Venezia hanno presentato questa mattina alla Commissione consiliare permanente terza della Regione Veneto (politiche economiche e del lavoro, ivi comprese le politiche per l’istruzione, la formazione, la ricerca, la cultura, il turismo) presso Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, una lettera (in allegato alla presente) nella quale esprimono le loro considerazioni riguardo la Legge di stabilità regionale 2017 e al Documento di Economia e Finanza Regionale.

La situazione ancora una volta presenta evidenti criticità. Da anni denunciamo costantemente la riduzione dei fondi destinati alle borse di studio, all’edilizia scolastica e universitaria, al supporto per i libri di testo, e anche in questa occasione ci siamo ritrovati a dover chiedere un cambio di rotta al Consiglio Regionale che continua a vedere l’istruzione solamente come un capitolo di bilancio da cui tagliare fondi.

«Abbiamo una legge regionale di stabilità che va revisionata e ampliata, sbloccando fondi che vadano a ridurre gli ormai insopportabili costi per le famiglie e gli ostacoli sociali che gli studenti si ritrovano a dover affrontare ogni anno. Infatti nella nostra Regione – dichiara Rachele Scarpa, coordinatrice regionale della Rete degli Studenti Medi del Veneto – il tasso di abbandono scolastico è in continua crescita. E’ evidente che serve una nuova legge regionale sul Diritto allo Studio, che vada a risolvere tutti i problemi che impediscono agli studenti di vivere nel modo corretto l’esperienza scolastica e universitaria. Sono necessari maggiori investimenti in edilizia scolastica: la situazione nelle città del Veneto è drammatica, e lo evidenziano le proteste studentesche che si stanno verificando in molte città. Serve poi aprire un confronto serio con gli studenti sull’alternanza scuola lavoro: la Regione fa un grande investimento sull’istruzione tecnica, ma non può trascurare il fatto che l’alternanza sia ora obbligatoria in tutte le scuole e che necessiti di maggiori attenzioni e finanziamenti. Ad oggi le scuole e le aziende sono perse, senza indirizzi e intenzioni didattiche chiare, e a pagarne il prezzo sono gli studenti. »

«Oggi abbiamo avuto occasione di rimarcare la necessità di tornare a investire sull’istruzione e sulla formazione – spiega Enrico Mazzo, coordinatore di Studenti Per UDU Padova – Negli ultimi anni abbiamo visto crollare drasticamente queste voci di spesa, con effetti negativi che sono sotto gli occhi di tutti sulla qualità dell’Università della nostra Regione. L’enorme quantità di ragazzi che sono costretti a emigrare ogni anno, in altre regioni o all’Estero, rappresenta probabilmente la più grande sconfitta di un Veneto incapace di garantire reali prospettive di lavoro a moltissimi giovani. Chiediamo con convinzione che si torni a puntare e ad investire sul Diritto allo Studio, facendo anche particolare attenzione al tema della mobilità studentesca, su cui dalla previsione di bilancio leggiamo un azzeramento dei fondi previsi per un totale di oltre un milione e mezzo di euro di taglio.»


Gianluca Piazza, rappresentante dell’UDU Verona, aggiunge: «Ancora l’11 novembre 2015 si registrava una diminuzione del 34%(2.817 gli idonei del 2014, 1.864 quelli del 2015) degli idonei alla borsa di studio in conseguenza al drastico innalzamento dei valori economici Isee e Ispe a parità di reddito delle famiglie. Inoltre è gravissimo che la Regione Veneto non abbia innalzato la soglia ISPE (Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente) per quanto riguarda il Diritto allo Studio Universitario al limite indicato dal Ministero a livello nazionale di 50000 ma solo fino a 35434,78 escludendo in tal modo migliaia di studenti che a reddito invariato non possono più percepire misure di sostentamento economico per il diritto allo studio. Chiediamo che la regione si impegni a intervenire su questo tema, perché la condizione in cui vive uno studente capace e meritevole ma privo di mezzi è quella di dover partecipare ad una corsa ad ostacoli perenne.
“Altrettanto importante sarà nei prossimi anni evitare un definanziamento dei tre ESU presenti nella nostra Regione, cercando anzi di risolvere gli annosi problemi derivanti dal commissariamento dei tre enti – prosegue Cristina Manzone, coordinatrice dell’UDU Venezia – Sono anni che ripetiamo che è dall’istruzione e dalla formazione che bisogna ripartire per permettere una ripresa culturale ed economica del nostro Paese. Ancora una volta, le premesse della giunta Zaia sono di continuare a contrarre quelli che in molte altre Regioni sono considerati ambiti di investimento strategico.
Il bilancio dell’incontro con la Commissione Terza è tuttavia positivo: speriamo che la disponibilità riscontrata nello stabilire un confronto permanente e regolare con gli studenti trovi applicazione concreta nei prossimi mesi.”


Considerare l’istruzione come un mero capitolo di bilancio da far quadrare mostra la miopia con cui Governo e Regione trattano questi temi, senza imparare nulla dagli errori commessi in passato e tarpando sul nascere le ali a un futuro diverso e ad un’intera generazione. Chiediamo un’inversione di rotta, della quale un confronto attivo tra istituzioni e componenti studentesche non può che essere il primo passo.

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