15094365_1834479660161626_3285330067435827988_nÈ di questi giorni la determinazione dell’Università degli studi di Parma che ha provveduto all’immatricolazione di uno studente rimasto escluso dal corso di Laurea in Scienze Motorie su un nostro ricorso patrocinato dall’Avv. Michele Bonetti.

La procedura di selezione per l’immatricolazione a tale corso non prevedeva alcun tipo di test di ingresso, ma il semplice accesso al portale dell’Università per prenotarsi e raggiungere in tal modo il numero di studenti previsto. È palese allora che la graduatoria finale non è stata il risultato di un ordine di merito o di punteggio, ma quello di un puro e semplice ordine cronologico basato sulla priorità delle domande inoltrate. Un modus operandi, dunque, totalmente avulso da qualsiasi criterio meritocratico di accesso agli studi. La normativa di riferimento in materia di accessi ai corsi universitari (la Legge 264 del 1999) richiede il rispetto del diritto allo studio e, nel contemperamento dei diversi interessi coinvolti, esige l’impegno da parte degli Atenei nella selezione delle future matricole non, come nel caso in esame, in base ad un criterio puramente casuale, bensì cercando di analizzare le loro effettive attitudini e competenze.

In risposta al ricorso gerarchico l’Ateneo emiliano ha agito in via di autotutela provvedendo all’iscrizione dello studente precedentemente scartato a causa del metodo utilizzato per la procedura selettiva che invece  risulta ora regolarmente immatricolato al primo anno del corso di studi.

Enrico Gulluni, coordinatore dell’UDU Parma, dichiara: “Lo avevamo denunciato da subito come questo metodo fosse profondamente ingiusto: l’iscrizione al corso di studi che si è scelto non può essere subordinata all’ordine cronologico. È stato l’ennesimo tentativo di limitare il diritto allo studio di studenti che non avrebbero potuto accedere al percorso di studi scelto per il proprio futuro: ora basta! L’Università di Parma si renda conto che questo metodo di selezione deve essere subito superato, poiché totalmente insensato. Il MIUR deve prendere atto del fallimento del sistema ad accesso a numero programmato e rivedere immediatamente la legge 264/1999 e andare verso il libero accesso.”

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