La Legge di bilancio 2017 è stata approvata al Senato, dopo che il Governo ha posto la fiducia sul testo uscito dalla Camera.
Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’UDU, dichiara: “La discussione sulla Legge di bilancio 2017 è purtroppo macchiata dall’assenza di una discussione al Senato. Alcuni aspetti toccati dalla finanziaria rappresentano a nostro avviso dei punti di partenza positivi, ma anche quelli potevano essere migliorati, e tutte le correzioni da noi richieste, in particolare la nostra richiesta di eliminare le superborse di studio e la conseguente conversione del finanziamento per il fondo ordinario per le borse di studio, e di provvedimenti sul sistema universitario, dalla competizione dei superdipartimenti alla necessità di chiarire come impatterà il Piano nazionale Industria 4.0 sull’Università, sono stati ignorati da una parte del parlamento, fatto davvero grave”.
Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, dichiara: “ Rimaniamo sbalorditi dalla facilità e la noncuranza con la quale il parlamento, sotto ricatto del governo, si appresti ad approvare una legge di Bilancio che non parla ai tanti studenti e ai tanti giovani che hanno chiesto, con il voto del 4 dicembre, una maggiore attenzione. Il bonus 500 euro non è una soluzione e non risponde neanche sufficientemente ad un accesso alla cultura ancora estremamente limitato e riservato a pochi. La mancanza di un capitolo di spesa sul diritto allo studio scolastico evidenzia l’assenza inaccettabile della volontà politica del governo di investire strutturalmente sulla pubblica istruzione, mentre provvedimenti come lo “school bonus” o l’aumento della detrazione Irpef per chi iscrive i propri figli negli istituti privati, evidenziano una volontà opposta. Questo paese deve ripartire e pensare che questo possa avvenire senza immaginare una strada per innalzare i livelli medi di istruzione e di cultura dei cittadini, sottintende un’incapacità di progettazione a lungo per termine è la semplice volontà di concentrarsi su misure spot che, già a breve, avranno esaurito i loro frutti.”
Concludono Manfreda e Marchetti: “Il Presidente della Repubblica ha chiesto al Presidente del Consiglio uscente, Matteo Renzi, di concludere l’iter di approvazione della Legge di bilancio prima di formalizzare le dimissioni. Riteniamo che questa non sia la corretta conclusione di un iter parlamentare democratico. L’apposizione della fiducia manifesta la volontà politica di massimizzare il risparmio di tempo e annullare la discussione sul testo della Legge, quasi approfittando di una situazione emergenziale come quella di un Governo dimissionario per ignorare i problemi del paese reale. Sicuramente noi non ci fermeremo di fronte a questo gesto: chiederemo immediatamente al prossimo Governo incaricato di provvedere alla correzione dei provvedimenti da noi ritenuti critici contenuti in questa Legge di Bilancio approvata d’ufficio al Senato. Il dibattito democratico non può fermarsi di fronte a una necessità politica, come in questo caso”.
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